Follia Milan, l’11 titolare sognato da Pep Guardiola

Il Milan sogna ad occhi aperti e, tra addii di senitori e cessioni di lusso, insegue il desiderio di portere Pep Guardiola sulla panchina rossonera. L’ex tecnico blaugrana non ha nè confermato, nè smentito le voci che circolano sul suo conto, preferendo rimandare il discorso a data da destinarsi. Qualora il suo arrivo dovesse concretizzarsi, la squadra subirebbe una trasformazione che rivoluzionerebbe completamente l’assetto dell’organico attuale.

Puntare sui giovani è quanto bisogna fare in certi casi, specie se la scelta tecnica ricadesse proprio sullo spagnolo. Come sarà il nuovo Milan? TuttoSport, noto quotidiano di informazione sportiva, ipotizza ad 11 ideale che ne farebbe la formazione più svecchiata in circolazione. Tra i pali Gabriel (classe 1992). In difesa, De Sciglio (classe 1992), Dedè (classe 1988, difensore del Vasco de Gama e della Nazionale brasiliana), Yanga Mbiwa (classe 1989, difensore del Montpellier e della Nazionale francese), Willems (classe 1994, difensore del PSV Eindhoven e della Nazionale olandese). A centrocampo, Strootman (classe 1990, centrocampista del PSV Eindhoven e della Nazionale olandese), Obiang (classe 1992, centrocampista della Sampdoria di origine equatoguineana), Montolivo (classe 1985). In attacco, El Shaarawy (classe 1992), Pato (classe 1989), Isco (classe 1992, attaccante del Malaga).

Ibrahimovic choc: “Balotelli è un mediocre. Il Real non fa per lui”

Ibrahimovic non dimostra particolare simpatia nei confronti dell’ex compagno di squadra Mario Balotelli. Il gigante svedese, dal ritiro della sua Nazionale, ha rotto gli indugi esprimendo tutto il suo poco apprezzamento per l’attaccante del Manchester City: “Se va al Real Madrid? Non credo – risponde ai microfoni di ‘Abola.pt’ Lo vedo meglio nel Barcellona. Un giocatore mediocre per una squadra mediocre“.

Il bomber del Psg non nutre certamente un debito di riconoscenza per il club blaugrana, tra le cui fila non è mai riuscito ad esplodere come si poteva immaginare. Allo stesso modo, Zlatan spende parole poco lusinghiere per Super Mario, per il quale non sembra provare stima e ammirazione (calcisticamente parlando).

Per il Milan, invece, è storia completamente diversa. Qualche giorno fa Ibra ha fatto tremare la Torre Eiffel: “E’ uno dei club in cui vorrei tornare, se potessi scegliere oggi. Di solito non si torna in una vecchia squadra, ma vorrei tornare al Milan. Mi auguro che la squadra faccia bene e torni al successo. Se il Milan ha bisogno di aiuto, allora sanno dove trovarmi“. All’ariete parigino dispiace davvero vedere la sua ex squadra in balia di scarsi risultati e prestazioni deludenti: “Voglio il meglio per il Milan, stavo molto bene lì, mi sono sentito come a casa. Mi auguro che torni al successo, posso solo sperare che tutto funzioni per il meglio“.

Milan, pronto l’erede di Carlo Ancelotti

Allegri balla sui carboni ardenti. La sua panchina corre il rischio di saltare per aria da un momento all’altro. Confermato all’unanimità nonostante l’ennesima sconfitta (rimediata con l’Udinese per 2-1), il tecnico toscano dovrà infilarne di miracoli per mantenersi a galla. La vediamo dura, molto dura. Risollevare le sorti di una squadra in crisi con tutti i riflettori puntati addosso non è il massimo. Se domani i rossoneri (contro il Cagliari) dovessero ancora fare cilecca, l’allenatore potrebbe salutare definitivamente Milanello.

Carlo Ancelotti, in tal proposito, incorona come suo erede Pippo Inzaghi, propiziandolo con tutti gli onori del caso. L’ex bomber, ora tecnico degli Allievi, sta dimostrando competenza e professionalità. E’ veramente pronto ad un tale salto? Ancelotti dice di sì: “Il mio erede è Pippo Inzaghi. Ci sentiamo spesso ed è molto motivato. L’importante è che sia riuscito a fare quello stacco mentale da calciatore ad allenatore. Il resto lo fa l’esperienza e lui ne ha da vendere. La crisi del Milan? Mi dispiace vedere i rossoneri in difficoltà, ma hanno perso sia i senatori che i top player e fare miracoli non è semplice“.