Quello di Hristiyan Ilievski è un nome che a molti lettori non dirà nulla. Ma se aggiungiamo il soprannome, “lo zingaro”, molto probabilmente capirete di cosa stiamo parlando. Si tratta del principale latitante nell’inchiesta sul calcioscommesse. Viene cercato dalla polizia e dall’Interpol. La procura della Repubblica di Cremona lo ritiene fondamentale per delineare meglio le indagini. Per i magistrati era lo ‘zingaro’ che avvicinava i calciatori di serie A per aggiustare i risultati delle partite. Lo scorso 1° giugno, quando cioè Beppe Signori finiva in carcere, lui ha abbandonato la sua casa di Cernobbio ed è andato a nascondersi a Skopje, in Macedonia. Sono riusciti nell’impresa di trovarlo due giornalisti di Repubblica, Giuliano Foschini e Marco Mensurati.
Ilievski ha spiegato che le scommesse sono gestite direttamente dai calciatori, ma coinvolgono anche i dirigenti. Gravissime le affermazioni dello zingaro. Se avessero qualche fondamento di verità, verrebbe ridisegnata tutta la mappa dei nostri campionati:
“In Italia invece i calciatori si mettono d’accordo, poi scommettono e vendono le informazioni. Quando le vendono a noi, o quando noi le scopriamo ci puntiamo sopra forte. Altrimenti le vendono a qualcun altro. Alla mafia siciliana, a quella albanese, agli ungheresi oppure a Beppe Signori che è uno dei capi del calcioscommesse in Italia. A tutti. Spesso sono gli stessi dirigenti dei club a mettersi d’accordo. Alla fine dello scorso anno, sono venuto io personalmente in Italia. Era quasi tutto già deciso, chi vinceva lo scudetto, chi andava in Europa, chi finiva in serie B. Quindi è stato un “festival”. C’erano sei squadre che ritenevamo affidabili – ha aggiunto Ilievski – Sampdoria, Cagliari, Bari, Lecce, Siena e Chievo. E noi abbiamo fatto un mucchio di soldi”.
Una delle partite pilotate, stando al racconto di Ilievski, sarebbe Lazio-Genoa dello scorso campionato. A spostare gli equilibri sarebbe stato Giuseppe Sculli, all’epoca alla Lazio, ora di nuovo al Genoa.
“Io cercavo da un po’ di parlare con qualcuno della Lazio, per avere informazioni sicure. Ma non ci riuscivo. Sono andato a Formello, ma lì non ho incontrato nessuno. Però mi hanno detto: ‘Guarda che la partita è fatta. L’ha fatta Sculli. L’accordo è 1-1 per il primo tempo, poi nel secondo tempo partita vera, anche se alla fine il Genoa ha poi dato i tre punti alla Lazio che doveva andare in Champions'”.
Dichiarazioni choc, quelle dello zingaro, che però continua a essere latitante, rendendo così più difficile il lavoro della Procura di Cremona. La quale sta facendo ugualmente passi avanti importanti. Il capo della Polizia Manganelli ha detto che presto potrebbero esserci degli arresti per molti calciatori di Serie A.