Dare calci ad un pallone è una delle attività che i bambini, sopratutto se di sesso maschile, fanno sin dai primi anni fino a scegliere in molti casi di praticare lo sport più seguito al mondo. A differenza di molti altri sport il calcio però porta con se quelli che sono una serie di problemi di salute che possono scaturire dalla pratica di questo sport, sia a livello amatoriale che a livello professionale. Arrivando subito al dunque il vero e proprio punto debole del calciatore è senza ombra di dubbio il ginocchio questo infatti può essere colpito da gravi patologie quali ad esempio la lesione del menisco e la lesione del legamento crociato che entrambe richiedono una lunga terapia per un recupero totale.
Al secondo posto dei punti deboli del calciatore vi è il tendine d’achille, una coordinazione non perfetta e cattivi movimenti reiterati dei calciatori possono infatti portare ad una serie di fastidiose tendiniti. Molto però dipende dalle modalità di allenamento ma sopratutto dal carico degli stessi: l’atleta infatti deve evitare un eccessiva esposizione a microtraumi che a lungo andare possono lesionare i muscoli e a portare problemi che potrebbero compromettere le prestazioni del calciatore.
Per quanto riguarda patologie di carattere più grave, negli ultimi anni, con lo sviluppo delle tecniche anti-doping, si sta sempre di più conoscendo quella che è definita come “la malattia dei calciatori” ovvero la sclerosi laterale amiotrofica. La malattia consiste in un indebolimento progressivo dei motoneuroni che, dopo un lungo periodo di tempo, porta ad un indebolimento muscolare fino ad arrivare ad una paralisi completa. Negli ultimi anni si sta indagando la possibile relazione che questa patologia ha con l’utilizzo da parte dei calciatori di un particolare tipo di amminoacidi. In ogni caso è bene che chiunque si approcci all’attività calcistica esegua periodicamente controlli presso ortopedici specializzati ma sopratutto tenga una condotta di vita più sana possibile.