Erik Lamela si era infortunato nella gara disputata contro il Torino, poi vinta dalla Roma per 2 reti a 0. Il campioncino giallorosso, pur di restare in campo con i suoi, aveva stretto i denti dopo il brutto contrasto con D’Ambrosio.
Un peccato di gioventù senz’altro: se, in via cautelativa, l’argentino fosse stato preservato, magari a quest’ora la situazione non sarebbe così preoccupante. I primi esami strumentali hanno definito l’entità dell’infortunio: lesione al legamento del compartimento esterno della caviglia destra. Una gran bella rogna direte. In effetti, El Coco sarà fuori dai giochi per almeno tre settimane, out per le gare contro Pescara, Siena e Fiorentina, per rientrare, eventualmente, il 16 dicembre con il Chievo.
Gli esperti hanno tirato un sospiro di sollievo per questo: c’era già chi si disperava all’idea di uno stop più lungo, di cui molti erano addirittura convinti. Gli accertamenti, però, hanno scongiurato questa possibilità.
Certo, ci si danna a Trigoria. La sua presenza in campo garantiva gol ed efficacia sotto porta. Otto reti in dodici partite non sono una sciocchezza. Quest’anno è arrivata la sua consacrazione definitiva, nonostante lo scetticismo iniziale con cui il ragazzo è stato accolto. Del resto a Roma funziona così: Marquinhos ne sta pagando le spesse adesso, Osvaldo ci ha fatto i conti un anno fa.
La vita in giallorosso non è per niente facile, ma, una volta convinta la piazza, viene tutto più liscio. Guardate Lamela oggi, acclamato a gran voce dalla folla e dalla stampa internazionale. Da giovane promessa a talento indiscusso è un batter d’ali. Yahoo UK lo ha elogiato così: “Lamela evokes memories of Roma greats” (trad. “Lamela evoca ricordi della grande Roma“, ndr.). Francesco Totti se lo coccola: “Potrebbe essere il mio erede“, e Sabatini ci mette la mano sul fuoco: “Se Lamela non diventerà un campione, vorrà dire che sono un asino e dovrò cercarmi un nuovo lavoro“. Gli auguriamo solo di recuperare in fretta per tornare a fare magie.