Serse Cosmi è uno degli allenatori più vulcanici del nostro campionato, un duro che spesso ha condotto le sue squadre ad imprese impossibili proprio facendo leva sul lato emotivo dei calciatori. Dinanzi alla tragedia di ieri però anche Cosmi non può che essere profondamente ferito, in quanto fu proprio lui a lanciare Morosini in serie A: “Piermario l’ho allenato, l’ho fatto esordire durante una partita contro l’Inter. Lo vedevo giocare in primavera, aveva un passato nelle nazionali giovanili. Perdevamo, credo 1-0, contro la squadra di Mancini. Tornai nello spogliatoio arrabbiato con i centrocampisti che non andavano a prendere la palla per organizzare il gioco. In un momento di rabbia dissi, adesso gioca Morosini e vi fa vedere come si sta in campo. Mi ricordo che era una cosa provocatoria, Leonardi annui era nello spogliatoio. Perdemmo lo stesso la partita, ma in quei 45 minuti dimostrò che era il giocatore che serviva in quella partita“.
Insomma, l’allenatore del Lecce tiene a ricordare il calciatore scomparso sottolineando il suo grande impegno in campo già nella prima partita tra i professionisti. Cosmi inoltre è pienamente daccordo allo stop dei campionati in quanto, lui in primis, non se la sarebbe sentita di far scendere la sua squadra in campo:”E’ stato giusto fermare il campionato, sicuramente non avrei avuto la forza di scendere in campo dopo aver appreso questa notizia. Adesso si deve andare avanti, ma faccio davvero fatica a pensare all’allenamento di domani. Era un ragazzo che nonostante nella vita ha affrontato diverse disgrazie non lo dava mai a vedere, era forte e fragile allo stesso tempo. La vita non è stata affatto giusta con lui. L’unica cosa che posso dire è che almeno adesso si è ricongiunto coi suoi familiari che aveva perso prematuramente“.
Infine Cosmi dedica un pensiero ai protagonisti di scommessopoli che dovrebbero sentirsi davvero male pensando che invece ci sono dei loro colleghi che cercano di rialzarsi nonostante un arresto cardiaco:”Questo episodio devastante debba far riflettere i tanti giocatori che non sono stati molto più fortunati di Mario nell’epilogo e non hanno trattato il calcio come lui. Mario è un ragazzo straordinario è andato via, c’è invece chi ha utilizzato il calcio in maniera vergognosa vendendosi le partite. Bisogna capire che lo sport vada vissuto in una certa maniera. Oggi provino ancor di più un senso di vergogna in riferimento ad un compagno vero che avrebbe meritato di stare in vita“.