Serie A, il punto sulla 24esima giornata

Dopo gli anticipi di alta classifica di sabato sera Juventus-Fiorentina e Lazio-Napoli, la domenica della 24esima giornata di Serie A segna l’avvicinamento dell’Inter alla zona Champions. Con il 3-1 casalingo nel posticipo contro il Chievo, i nerazzurri si portano a un solo punto dal terzo posto.

Il pomeriggio, invece, protagonista il segno x: ben 5 partite su 7 si concludono in pareggio. A cominciare dal lunch match del Tardini tra Parma e Genoa, che finisce a reti bianche. Impatta anche il Milan all’Is Arenas contro il Cagliari. Per lunghi tratti della gara i sardi mettono alle corde la squadra di Allegri, mostrando carattere e grande intensità di gioco. Gli uomini di Pulga vanno in vantaggio a un soffio dall’intervallo con Ibarbo, che di testa trasforma in rete una punizione di Conti. A rimettere le cose a posto per i rossoneri ci pensa il solito Mario Balotelli, che si procura e relizza un penalty a 8′ dalla fine (fallo di Astori), confermandosi implacabile dal dischetto (mai un rigore sbagliato). Gol con esultanza polemica per l’ex Manchester City, che zittisce in modo sgradevole i tifosi di casa.

1-1 anche nelle sfide più importanti in chiave salvezza, Palermo-Pescara (reti di Bjarnason al 73′ per gli abruzzesi e di Fabbrini all’80 per i rosanero), e Bologna-Siena (Emeghara all 33′ per gli ospiti e Kone al 41′ per i rossoblu). Pareggi che lasciano invariate le distanze in fondo alla classifica.

Balzo in avanti dell’Udinese in zona Europa League: ai friulani basta un gol di Pereyra al 7′ per battere il Torino. La squadra di Guidolin raggiunge in classifica il Catania, bloccato sullo 0-0 dall’Atalanta a Bergamo.

Di Natale e compagni scavalcano anche la Roma, che continua a sprofondare. Finisce malissimo l’esordio di Aurelio Andreazzoli sulla panchina giallorossa contro la Sampdoria: a Marassi i blucerchiati si impongono 3-1. Nel primo tempo la Roma, in campo con il 3-4-1-2 (Lamela e Marquinho esterni, Pjanic dietro Osvaldo e Totti), è padrona del campo, andando vicina al gol in un paio di occasioni (con Bradley e Pjanic) e tenendo bene anche in fase difensiva. Nella ripresa succede di tutto, tra sviste arbitrali e polemiche. Delio Rossi si inventa la mossa che decide la partita, inserendo Sansone per Soriano.

Decisivi gli episodi: al 6′ Lamela segna in posizione regolare, ma l’arbitro annulla (dopo 20 secondi di esultanza giallorossa) su segnalazione dell’assistente Babiranti, che all’inizio dell’azione non aveva visto una posizione irregolare di Marquinho. All 11′ De Rossi perde palla a centrocampo, scatta il contropiede e Estigarribia, su assist di Sansone, porta in vantaggio la Samp. Al 23′ rigore per la Roma. Totti va sul dischetto, ma Osvaldo gli ruba la palla e tira il penalty: ne esce fuori un passaggio per Romero. Sansone raddoppia su punizione al 73′, con Stekelenburg per niente esente da colpe. Due minuti e Lamela accorcia le distanze, ma subito dopo Icardi di testa, su angolo del solito Sansone, fa 3-1. Nel finale espulso Delio Rossi per un gestaccio a Burdisso. 45 minuti folli, che mantengono la Roma prigioniera delle proprie contraddizioni.

Questa la classifica della Serie A:

Juventus 55; Napoli 50; Lazio 44; Inter 43; Milan 41; Fiorentina 39; Catania e Udinese 36; Roma 34; Parma 32; Chievo, Torino e Sampdoria 28; Atalanta 27; Bologna 26; Cagliari 25; Genoa 22; Pescara 21; Siena 18; Palermo 18.

 

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