De Rossi non riesce a stare zitto, e, con estrema onestà intellettuale, prova a dire le cose come stanno nell’immediato post-partita di Juventus-Roma. Contrariamente a quanto espresso da Zeman fino a poco fa, capitan futuro ammette candidamente: “Abbiamo incontrato una squadra più forte ed esperta, sono entrati subito in partita. E’ una squadra di campioni. Oggi a noi è mancato tanto. Possiamo solo pensare al futuro. Partita negativa sotto tutti i punti di vista. Loro hanno anche un po’ mollato, poteva finire peggio. Zeman sta deludendo? Io non lo direi mai. Stiamo deludendo come Roma, valiamo più di quanto dimostriamo. Possiamo lottare per il terzo posto“.
Ma cosa è mancato alla lupa? C’è un motivo particolare perchè i giallorossi giocano ad intermittenza? Il centrocampista rivela: “Anche dal punto di vista fisico siamo in ritardo, loro correvano di più e meglio. C’è ancora tanto da lavorare sul piano fisico, tattico, c’è da fare moltissimo“. Per il titolo è meglio non fare proclami. La Roma potrebbe non avere le carte giuste per arrivare fino alla fine: “Non pensiamo allo scudetto, non siamo attrezzati, non siamo all’altezza della Juve. Non sminuisco nessuno, parlo di valori, dire che siamo costruiti per vincere lo scudetto non è sano per noi. Però ci possiamo giocare il terzo posto se faremo un grande campionato. E sarebbe un risultato incredibile vedendo lo stato attuale delle cose. Il progetto è a lunga scadenza, dobbiamo tribolare“.
Sarebbe già un miracolo centrare il terzo posto, accedendo ai preliminari di Champions League. Intanto, la situazione in campo risulta assai confusa: “Il mio ruolo? Si fa fatica ad analizzare le posizioni tattiche se non si prende mai la palla. La squadra deve crescere. Il calcio è uno solo, non lo inventa nessuno. Dobbiamo fare punti“.
Restare alla Roma cos’ha significato per De Rossi? Si sarà pentito della scelta? Il campione, solerte, risponde su tono, rassicurando tutti i tifosi giallorossi: “Chi me lo ha fatto fare a restare? Non lo dirò mai, io a Roma sto da Dio, solo che quando perdo poi sto peggio degli altri. Sapevo che restando non avrei lottato subito per lo scudetto“.