La sconfitta di Firenze sarà difficile da digerire in casa Roma. Non tanto per i punti persi, ma per il modo in cui si è arrivati a una debacle, che ha fatto scattare l’allarme nelle segrete stanze di Trigoria. Il ko contro la squadra di Delio Rossi è arrivato al culmine di una settimana, caratterizzata dal caso Osvaldo e dalle parole poco confortanti sul futuro dell’amministratore delegato Fenucci.
Poi è arrivata l’esclusione di Borriello dalla lista dei convocati, nonostante la sospensione di Osvaldo e le non buone condizioni di Totti, che però aveva dato la sua disponibilità a scendere in campo a Luis Enrique, che l’ha tenuto fuori per 90’.
Ma il match di ieri altro non è stato che lo scoperchiamento del vaso della Pandora giallorossa. Il tecnico asturiano non si è dimostrato all’altezza di gestire un gruppo così forte e così importante. Sta imparando adesso un mestiere che fino a luglio aveva fatto solo nella seconda squadra del Barcellona. Le responsabilità non sono solo le sue, anzi. La colpa è da ricercare anche in Franco Baldini, il nuovo direttore generale che l’ha messo al timone, cercando una complicata rivoluzione culturale.
Qualche settimana fa, l’ex braccio destro di Capello aveva legato il suo futuro a quello di Luis Enrique, che ieri, invece è stato pesantemente scaricato dal suo dirigente, che non ha seguito la squadra nel suo ritorno in città. Già sabato Baldini aveva fatto un passo indietro, sottolineando che sarebbero state prese in considerazione le possibili dimissioni dell’allenatore.
In dulcis in fundo ci sono i giocatori. Giocatori che si dice siano spaesati e confusi dai numerosi cambi di ruolo. Vero, Luis Enrique ha travolto le posizioni di Cassetti, Taddei, Perrotta e cambia spesso le posizioni di Pjanic e Lamela. La squadra è sbilanciata, pur tirando poco in porta. È altrettanto vero, che i calciatori della Roma sono molli e sembrano incapaci di reagire davanti alle difficoltà.