È salito alle luci della ribalta il caso di presunta corruzione nella partita Dinamo Zagabria-Olympique Lione, finita per 7-1 in favore degli ospiti e incriminata per un occhiolino quantomeno sospetto, rivolto da un difensore della squadra croata ad un avversario dopo il quinto gol.
Michel Platini, presidente dell’UEFA, era presente alla partita in questione, su cui è stata avviata un’inchiesta da parte dell’Authority francese. Ma andiamo a vedere, nel dettaglio, i motivi per il quale tutto ciò non si tratterebbe di ben più che un sospetto.
La corsa al secondo posto, valida per il passaggio del turno dietro al Real Madrid, si è presentata così: il Lione, per passare il turno, doveva vincere contro la Dinamo Zagabria in contemporanea ad una sconfitta dell’Ajax contro il Real Madrid. Ma, dato che gli scontri diretti tra Ajax e Lione sono finiti in parità (0-0 sia all’andata che al ritorno), tutto ciò non era sufficiente. Il secondo criterio per il passaggio, dati gli scontri diretti in parità, è la differenza reti, cosa in cui il Lione si trovava in svantaggio. Nessun problema: all’Ajax sono stati annullati due gol regolari, così da poter perdere 3-0 contro un Real Madrid già in forma mostruosa, e, a quanto pare, la Dinamo Zagabria avrebbe permesso ai francesi di subissarli di reti. Così, la situazione è cambiata con una variazione di -3 nella differenza reti dell’Ajax ed un +6 nella differenza reti del Lione (rispettivamente 0 e +2 la differenza reti finale), con conseguente comodo passaggio del turno dei galletti.
L’UEFA ha comunicato, in seguito, che non sarà avviata nessun’indagine da parte sua, in quanto è presente un sistema di rilevazione automatico di flussi di giocate che non ha registrato movimenti sospetti sulla partita.
Può darsi che si tratti di una straordinaria, incredibile coincidenza, proprio come quella che vede Platini sempre spettatore alle partite di dubbia regolarità: oltre a questa, infatti, molti ricorderanno Bayern Monaco-Fiorentina della Champions League 2009-2010, famosa per il furto ai viola. Oppure può darsi che, pensando male, si indovini.