Il Napoli, reduce dalla sconfitta di ieri con il Siena per 2-1 nella semifinale d’andata della Coppa Italia, sta affrontando, probabilmente, uno dei periodi più bui e strani della gestione Mazzarri. Una squadra che fatica a trovare la propria identità con le così dette “squadre piccole” e che riesce a brillare soltanto con squadre più quotate, non riuscendo a garantire quella continuità necessaria ad una squadra (come quella azzurra) che a inizio campionato era in lotta per lo Scudetto ed ora vede troppo da lontano anche un ambitissimo terzo posto. Il Matador Cavani segna, ma non come l’anno scorso, quando esplose come uno dei bomber indiscusssi della serie A. Inler non offre le prestazioni tanto attese, la difesa spesso offre spettacoli non esaltanti, così come Lavezzi e Hamsik, meno incisivi della scorsa stagione.
Ed è proprio in questi momenti che con nostalgia si guarda al passato, soprattutto a colui che con le sue magiche prodezze calcistiche ha fatto sognare, e vincere, per anni il famelico popolo di tifosi napoletani. Parliamo, ovviamente, di Diego Armando Maradona, attuale allenatore dell’Al Wasl negli Emirati Arabi, rimasto da sempre nel cuore della gente del capoluogo campano e degli amanti del calcio in genere. In questi giorni in cui si vocifera un ritorno sulla panchina azzurra di Marcello Lippi, pronte sono giunte anche le dichiarazioni dell’ex “Pibe De Oro” che non esiterebbe a tornare a Napoli, infiammando il cuore di migliaia di tifosi. Purtroppo, come da lui stesso dichiarato in un’intervista concessa a Dubai, ci sono alcuni problemi logistici:
Vorrei allenare il Napoli ma non posso. Ho un contratto da rispettare e da cui sarebbe difficile liberarsi – dichiara il neo allenatore dell’ Al Wasl . Per poter guidare il Napoli dovrei pagare una clausola di 40 milioni di euro, come d’accordo con la società in caso di rescissione del contratto. Sono intese che vanno rispettate, e pertanto vedo difficile un mio ritorno in Campania in questo momento. Ambientarmi qui non è stato semplice, la nostra è una realtà particolare. Siamo in una cultura totalmente diversa da quella a cui sono abituati gli europei e i sudamericani. Abbiamo avuto problemi a formare la squadra, composta anche da militari. Ma il gruppo sta bene, non vi è concorrenza e siamo molto felici. Messi? Gli parlo spesso, ma non direttamente. Non potendo comunicare con lui, gli invio messaggi tramite Aguero. Leo non ha punti deboli, sarà molto difficile per chiunque superarlo, anche per Cristiano Ronaldo. I dissapori con la Federcalcio argentina? Voglio chiedere un incontro con Julio Grondona per dirgli che aveva ragione.
Forse resterà davvero solo un sogno per i tifosi partenopei il da sempre desiderato ritorno di Maradona, ma, come si suol dire, sognare non costa nulla. Almeno per il momento.