Corre il minuto 31 quando Piermario Morosini esce dallo stadio Adriatico colto da un malore al sistema cardio-circolatorio. Esattamente si tratta di arresto cardiaco, forse il più imprevedibile dei malori che potevano capitare al giovane centrocampista del Livorno. Le cause del problema sono ancora ignote quando l’ambulanza entra sul terreno di gioco dell’Adriatico di Pescara per portarlo in ospedale, e il direttore di gara decide di sospendere il match a causa dello sgomento tra i compagni di squadra.
Neanche il tempo di una doccia che tutti i compagni sono già in pronto soccorso cercando di dare il proprio conforto all’amico in difficoltà, ancora ignari del fatto che il malore sembra essere più grave del previsto. Tra le urla e i pianti dirotti dei compagni di squadra, dell’allenatore e di tutti i dirigenti, Piermario Morosini si è spento all’età di 25 anni prima che i medici potessero riuscire a salvarlo con una cura più specifica. Una corsa contro il tempo che, volendola paragonare a quella di Fabrice Muamba del Bolton, stavolta non è andata a buon fine, lasciando il mondo del calcio in grave lutto.
Di Pescara – Livorno non resterà il momentaneo due a zero per gli ospiti, capitanati proprio da Morosini, quanto il ricordo di un calciatore che a venticinque anni aveva in sè la grinta di un vero capitano e l’umiltà di un grande campione, un vero punto di riferimento per tutti i compagni. Così lo ha ricordato il suo allenatore Armando Madonna, il primo insieme al DS del Pescara ad annunciare la scomparsa del calciatore, alle ore 17:00 di oggi.
In secondo piano è partita l’indagine del giudice sportivo e dei carabinieri su presunte responsabilità dei medici del Pescara, rei di non aver controllato a dovere le condizioni del calciatore prima della partita. Per quanto possa ormai contare un’eventuale responsabilità dell’equipe medica, a detta del dottor De Blasi di Pescara (primario dell’ospedale in cui è stato ricoverato) sarà difficile trovare la causa naturale del malore, essendo il calciatore morto troppo presto durante l’arrivo in pronto soccorso.