Parole forti e cariche di rabbia quelle che Antonio Conte ha espresso nella conferenza stampa, all’indomani della conferma della squalifica di 10 mesi inflittagli nell’ambito dell’inchiesta sul calcioscommesse. Senza mezze misure, il tecnico della Juventus ha urlato a tutti la propria innocenza e, insieme ai suoi 3 avvocati Bongiorno, De Renzis e Chiapperi, minaccia aspre battaglie per ottenere un pieno proscioglimento. L’ira di Conte si è rivolta soprattutto nei confronti di Filippo Carrobbio, nei riguardi del quale ha detto:
Il signor Pippo, così lo definisce la Procura federale con cui è pappa e ciccia, è un aggiustatore. La procura di Cremona non lo ritiene credibile, la Procura federale sì. Io ho ottenuto grandi credibilità col lavoro a differenza di chi si è venduto partite, compagni e famiglia per anni.
Ma, nel mirino delle parole di Conte, sono finiti anche il Procuratore Palazzi e la Corte di Giustizia che ha confermato la squalifica di 10 mesi, nonostante il proscioglimento del tecnico per la partita Novara-Siena. A tal proposito, queste le parole dell’infuriato allenatore bianconero:
Sono allibito dal comportamento di un signore che fa dichiarazioni inopportune, non so se da tifoso, ma inopportune. E allora penso che ci sia qualcosa di personale. Il patteggiamento, poi, è un ricatto, io innocente l’ho subito. È una vergogna, è un ricatto. Oggi lo posso dire che è finita con loro: per fortuna che è finita con questa giustizia dopo aver subito grandissime ingiustizie.
Il tecnico si difende come può, profetizzando che anche altri in futuro potranno trovarsi nella sua stessa situazione:
La procura aveva chiesto dieci mesi di squalifca per due omesse denunce. Un’accusa cade, ma la pena rimane di 10 mesi. Quello che mi stanno facendo è una vergogna. Se non ho visto nulla, cosa devo denunciare? Devo inventare? Dopo questa vicenda, ho il timore di andare nello spogliatoio e di litigare con un calciatore. Ho paura di mandare un calciatore in tribuna: domani qualcuno può denunciarmi. Oggi è successo a me e a tanti altri: domani può accadere a tutti, aprite gli occhi.