Mario Balotelli è uno che fa parlare sempre di sé, nel bene e nel male. Di sicuro la banalità non è uno dei suoi più grandi difetti. Altrimenti non sarebbe finito sulla copertina dell’edizione internazionale del Time, la prestigiosa rivista settimanale americana con base a New York.
Di profilo, con il volto triste e gli occhi bassi: così Balotelli è stato ritratto sulla prima pagina del magazine. La foto dell’attaccante del Manchester City è sovrastata dal titolo ‘Il senso di Mario’. Cogliere il senso del personaggio Balotelli era proprio l’obiettivo di Catherine Mayer e Stephan Faris, i giornalisti a cui Super Mario si è raccontato. Un dialogo a 360 gradi, incentrato non solo sul calcio, ma anche su temi importanti, come il razzismo e la politica. “Abbiamo trovato un adulto intelligente, attento, impegnato, su cui è ancora visibile l’impatto di un’infanzia turbolenta”, hanno commentato Mayer e Faris.
L’attaccante comincia raccontando i suoi gol più belli: “Quello con l’Inter contro il Rubin Kazan, quello contro la Germania negli europei e il primo con il City contro lo United”. Poi Mario assicura: “Per ora non mi muovo da Manchester”.
L’intervista si sposta sul personaggio Balotelli. Inevitabile il riferimento alla maglia “Why always me?” (Perché sempre io?), sfoderata nel derby di Manchester del 23 ottobre 2011: “Non so perché ce l’avessero con me, perché parlassero sempre di me… Volevo solo dire ‘Lasciatemi stare'”. I suoi passati mondani sono una fase superata: “Ormai non esco molto, sto sempre in casa – assicura Mario -. Io non ho problemi con i tabloid, forse loro però hanno dei problemi con me. I paparazzi devono rispettare i miei spazi, va bene se mi seguono fuori, in America, in Italia, è il loro lavoro, ma non devono venire a casa mia, aspettarmi fuori casa. Il problema è quando manca il rispetto”.
Poi Balotelli passa alla politica: “L’elezione di Obama è una cosa che ha cambiato la storia, sono stato molto felice. Sì, mi piacerebbe incontrarlo”. Infine, un riferimento a un tema molto delicato, il razzismo: “Non puoi farci niente contro quei pochi stupidi razzisti che ci sono in Italia. Spero di poter aiutare l’Italia a essere un paese moderno, come l’Inghilterra, come gli Stati Uniti”.