Ci risiamo, per l’ennesima volta Pato è costretto a fermarsi ai box a causa di un infortunio non potendo dunque dare una mano alla sua squadra in una fase cruciale della stagione. Lo stop del brasiliano ha fatto riaprire interrogativi che sembravano essersi sopiti dopo che la sua cessione al PSG fu annullata in fretta e furia dallo stesso giocatore. Dopo il rifiuto del giocatore di andare a giocare nella capitale transalpina sembrava che il suo rapporto con Galliani fosse ritornato ad essere tutto rosa e fiori, ma cosa pensa adesso il dirigente rossonero?
Alla luce dell’ennesimo infortunio infatti in molti si domandano se forse non sarebbe stato giusto cedere il giocatore. Più che i fatti purtroppo in questi casi parlano i numeri, e quelli relativi al “papero” dicono che negli ultimi anni ha saltato ben 44 partite. Un numero consistente di gare dove l’attaccante non è sceso in campo colpito da numerosi e vari infortuni, sopratutto di carattere muscolare. L’altra faccia della medaglia però dice che il talento sudamericano è sicuramente ancora un giocatore “migliore” rispetto a colui che l’avrebbe dovuto sostituire, ovvero Carlos Tevez.
In pochi però pensano che l’ipotesi di una cessione di Pato non sarebbe per forza dovuta combaciare con l’acquisto di un giocatore più vecchio e con uno stato di forma peggiore, Tevez appunto. Il Milan infatti avrebbe potuto ricavare dalla cessione del brasiliano un capitale economico da reinvestire sopratutto in quei ruoli, centrocampo e corsia sinistra in primis, che vedono i rossoneri in difficoltà di uomini. Certo con il senno di poi è sempre facile parlare, ma si potrebbe pensare che in realtà Galliani aveva già deciso di cedere il giocatore per poi tornare sui suoi passi quando è stato lo stesso Pato a dire di voler restare in rossonero. La soluzione sarebbe cercare di vendere il giocatore adesso ma, complice anche l’ultimo infortunio, poche squadre sarebbero disposte a spendere per un attaccante che sembra sempre più recitare il ruolo di separato in casa con il suo team attuale.