Prima l’ammissione della combine, poi la precisazione: “Ho aderito a questa iniziativa illecita solo per la passione che mi legava alla mia squadra Non ho guadagnato nulla dai fatti che ho raccontato“. Parole di Cristiano Doni, ex capitano dell’Atalanta, durante l’interrogatorio del gip Guido Salvini, che sta indagando sul nuovo calcioscomesse made in Italy. Interrogatorio che, pubblicato da Atalantini.com, ha gettato una nuova luce sull’ennesima pagina nera del calcio nostrano.
Ecco cosa ha detto Doni:
“Sono comunque dispiaciuto per tutto quanto è accaduto e credo di potere dire che ho aderito a questa iniziativa illecita solo per la passione che mi legava alla mia squadra e la speranza di poterla portare all’obiettivo di quella stagione. Io per l’Atalanta ho sempre giocato con il massimo impegno e non ho guadagnato nulla dai fatti che ho raccontato“.
L’ex Nazionale ha parlato anche dei 25 milioni dati a Santoni:
“Per quanto concerne le successive conversazioni che hanno riguardato la situazione di Santoni, ero effettivamente molto preoccupato per i due procedimenti sportivi che si sono svolti in agosto e del fatto che Santoni raccontasse, come minacciava, quanto accaduto. Davvero per me era importante il processo sportivo (…). Io ero arrabbiato con Santoni, ma gli avevo ormai promesso che lo avrei aiutato. Lui mi ripeté che la parcella degli avvocati era molto alta e che io davo l’impressione di non farmi trovare o almeno così lui interpretava la mia condotta. Gli diedi circa 25.000 euro che avevo ricevuto a mio padre con una scusa e che a Santoni servivano per chiudere almeno una parte dei suoi debiti legati al procedimento sportivo”.