La moda delle autobiografie contagia anche Andy van der Meyde, meteora dell’Inter dal 2003 al 2005. L’ex centrocampista olandese ha voluto raccontare la sua vita fatta di vizi e sofferenze. Il titolo è emblematico: “Nessuna pietà” (“Geen genade” in olandese).
Van der Meyde parte dal rapporto disastroso con il padre, forse alla radice dei suoi problemi successivi: “Mio padre era un alcolizzato e un giocatore incallito. Con lui ho rotto ogni rapporto: quando entrai nelle giovanili dell’Ajax chiesi di giocare con il cognome di mia madre ma non mi fu permesso”.
Poi l’ex interista torna con i ricordi ai tempi dell’Ajax, dove ha militato dal 1997 al 1999 e dal 2000 al 2003. L’ex centrocampista, però, non parla delle sue performance calcistiche: “Legai con Ibrahimovic e Mido, che si sfidavano in folli corse notturne sull’anello della A10 attorno ad Amsterdam. Zlatan aveva una Mercedes SL AMG, Mido alternava Ferrari e BMW Z8″.
Nel 2003 arriva l’Inter, non proprio un’esperienza indimenticabile per Van der Meyde: “Dopo una settimana a Milano, volevo tornare a casa. Mi consumava la nostalgia. Era stato come lasciare un negozio di paese per una multinazionale“.
Poi l’olandese racconta un aneddoto curioso: “Avevo uno zoo nel giardino di casa: cavalli, cani, zebre, pappagalli, tartarughe”. La fanatica degli animali è l’ex moglie, Dyana: “Per lei rifiutai un trasferimento al Monaco: a Montecarlo ci sono solo appartamenti, mi disse, dove li mettiamo i nostri animali? Comprò anche un cammello“.
Nel 2005 inizia l’avventura inglese, all’Everton: “Mi proposero uno stipendio di 37mila euro a settimana, più del doppio di quello che percepivo all’Inter. Ci andai di corsa”.
Ma presto, però, cominciano i guai: “Comprai una Ferrari e andai a sbronzarmi al News Bar, uno dei locali più in voga di Liverpool. La mia giornata terminò in uno strip-club. Andavo pazzo per le spogliarelliste. Lì conobbi Lisa e me ne innamorai subito. Nel suo mondo bere e sniffare cocaina era una cosa all’ordine del giorno”.
Per fortuna, però, Van der Meyde rinsavisce e nel 2009 lascia l’Everton per tornare in Olanda: “Capii che dovevo andarmene da Liverpool, o sarei morto”. Nel marzo 2010 firma per il PSV, senza mai esordire in partite ufficiali. Nel febbraio 2011, a 31 anni, decide di ritirarsi dal calcio. A dicembre, però, ci ripensa, e si lega ai dilettanti del WKE fino al termine della stagione 2011-2012.
Appesi gli scarpini al chiodo, Van der Meyde annuncia i suoi progetti per il futuro: “Non sono milionario ma vivo meglio di prima. Col libro ho voluto chiudere un capitolo della mia vita. Adesso voglio allenare nelle giovanili, voglio insegnare ai ragazzi a non sprecare il loro talento”.