“Non mi piace giocare in questo modo però mi adatto perché questo è”. Le parole amare di Cristiano Ronaldo sono l’emblema della brutta serata del Real Madrid e di uno spogliatoio che mal digerisce la trazione posteriore di Mourinho. Il giocatore portoghese non ha quasi mai tirato in porta e i rifornimenti dei compagni sono stati piuttosto scarsi. Solo Di Maria ha provato ad aiutarlo. Ozil, invece, è sembrato avulso dalla manovra, anche a causa di una posizione ibrida (trequartista dietro a una punta che ieri almeno nel primo tempo non c’era). L’immagine della partita del tedesco è stata a metà primo tempo quando, dopo aver perso la palla, si è fermato senza provare a recuperarla. In più il suo scuotere la testa è sembrata una resa anticipata che ha portato Mourinho a sostituirlo a inizio ripresa.
Il tecnico di Setubal ha adottato una strategia molto rinunciataria con i 4 difensori bloccati, Pepe spostato a centrocampo e un tridente mascherato con Di Maria, Ozil e Ronaldo. Proprio il numero 7 dei blancos ha così commentato la gara di ieri:
Finché siamo stati undici contro undici, non stavamo giocando bene però avevamo la gara sotto controllo. Appena siamo rimasti in dieci, il Barcellona ha segnato i due gol. E questa fa tutta la differenza. Con lo 0-0 tutto era perfetto perché per il gran finale sarebbe anche entrato Kakà. Però l’espulsione di Pepe ha cambiato tutto
La partita del Santiago Bernabeu ha evidenziato i problemi di uno spogliatoio diviso fra il clan di Ronaldo e Pepe e quello di Casillas, che all’espulsione del portoghese è rimasto fra i pali senza andare a protestare con l’arbitro. Atteggiamento che ha portato alla contestazione del pubblico merengues più accesso nei confronti dell’estremo difensore.