Un pezzo di storia del calcio italiano se n’è andato oggi, a Brescia: Azeglio Vicini si è spento all’età di 84 anni. E’ stato uno dei c.t. più amati di sempre della Nazionale: tutti ricorderanno l’affetto travolgente che accompagnò l’Italia nei Mondiali giocati in casa nel 1990.
Mondiali che restano il più grande rimpianto nella carriera sportiva di Vicini: “Meritavamo di vincerlo, siamo stati davvero sfortunati. Uscimmo da imbattuti, con sei vittorie e un pareggio. E l’Argentina che si giocò la finale con la Germania vi arrivò con due sconfitte. Ma riuscimmo a conquistare i nostri tifosi, la partita con l’Argentina resterà a lungo una delle partite più viste di sempre in tv”, i ricordi dell’ex commissario tecnico.
Vicini, tranne una piccola parentesi al Brescia ad inizio carriera e pochi mesi alla guida di Cesena e Udinese nel 1993, ha sempre lavorato in ambito federale. Con l’Under 21 finì secondo nell’Europeo del 1986 (sconfitta ai rigori contro la Spagna), ma costruì il gruppo che dopo quattro anni avrebbe affrontato i mondiali in casa. Per la verità già nel 1988 arrivò un terzo posto degno di nota agli Europei, poi la sfortunata edizione di Italia ’90 chiusa ancora al terzo posto. Un anno dopo, nell’ottobre del 1991, col pareggio nell’allora URSS (0-0), l’Italia non riuscì a qualificarsi per gli Europei del 1992 e al posto di Vicini venne chiamato Arrigo Sacchi.