Milan, Berlusconi vuole Balotelli: ecco chi verrà ceduto

Berlusconi vuole Mario Balotelli, e poco importa quanto gli costerà, e le energie mentali da sprecare per convincirlo a vestire la gloriosa casacca rossonera. Il patron intende risollevare le sorti della squadra sin da gennaio, cogliendo la palla al balzo per portare il suo pupillo a Milanello in apertura della campagna acquisti nel corso del mercato di riparazione.

Super Mario è il nome che figura in cima alla lista della spesa di Galliani. Prima di provare l’assalto, però, l’amministratore delegato dovrà sfoltire la rosa e recuperare introiti importanti. I primi a partire potrebbero essere Gabriel, Carmona, Valoti e Strasser (spediti in prestito), insieme a Didac Vilà, Traorè, Mesbah, Flaminì e Acerbi (a titolo definitivo).

Per potere mettere le mani sul talento di Balotelli, il Milan dovrà dare fondo a tutte le sue risorse, ed operare, con coraggio, una sorta di rivoluzione tecnica. L’attaccante del City ha un ingaggio molto alto (circa 6 milioni di euro a stagione), ma i rapporti col giocatore, da sempre tifoso del Milan, e con Mino Raiola, il suo agente, potrebbero agevolare le cose.

Per questo è importante che i rossoneri riescano a passare il turno in Champions League (cosa che frutterebbe non poco). Tra l’altro, l’approdo a Milano di Balotelli andrebbe a colmare una lacuna ormai manifesta da inizio stagione nel parco attaccanti rossonero. Con lui sarebbe decisamente più facile centrare l’obiettivo minimo del terzo posto.

Pato e Robinho possono anche essere sacrificati per la causa. Sempre più corteggiato dal Santos, l’ex Manchester City potrebbe anche accettare di partire per fare ritorno in patria. Del resto, lo stesso Pato, a fronte dei tanti problemi correlati al suo impiego in campo (per non parlare del rapporto turbolento con i supporters), potrebbe voler andar via se se ne presentasse la giusta opportunità. C’è poi Pazzini, ceduto per matri in caso di scambio con la Juventus (possibilità remota). Intoccabili, invece, El Shaarawy, Bojan e Niang.

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