L’Inter da trasferta va, 0-2 al Chievo Verona, ma il gioco latita.

Ancora una volta, lontano da S.Siro, arriva una vittoria per l’Inter che mantiene anche l’inviolabilità esterna.
Stramaccioni ridisegna la sua Inter con la difesa a 3, composta da Juan, Samuel e Ranocchia. Larghi Pereira, a sinistra, e Nagatomo, a destra, con Zanetti, Cambiasso e Guarin a fare gli interni di centrocampo. Sneijder regista con libertà di movimento e Milito unica punta centrale.
Di Carlo si schiera invece con Sorrentino tra i pali, Sardo, Cesar, Dainelli e Jokic in difesa. A centrocampo Vacek, L.Rigoni e  Hetemaj, con M.Rigoni dietro le due punte Pellissier e Di Michele.
Con la difesa a tre l’Inter appare più solida, nonostante dopo pochi minuti ci sia un’occasione da gol per Hatemaj, abile a sfruttare un indecisione di Zanetti.
La squadra resta comunque contratta, non riesce a prendere in mano le redini del gioco e soffre tremendamente il pressing alto portato dai giocatori guidati da Di Carlo. E’ infatti il Chievo a fare la partita, impedendo a Sneijder di velocizzare la manovra e tenendo lontano dalla propria area l’avversario. Eppure l’olandese prova a prendere in mano la squadra, venendo molto in basso a ricevere la sfera ma non trovando mai l’opportunità per verticalizzare l’azione.
Il nuovo assetto dell’Inter è poco collaudato e a volte i meccanismi non funzionano così bene. Su un lancio in profondità per Pelissier, Samuel è fuori posizione e l’azione coglie di sorpresa Juan e Ranocchia. L’attaccante dei veronesi fallisce, però, l’appuntamento con il gol e grazia la squadra di Stramaccioni.
Le cose si aggravano poco dopo: sospetto stiramento per Wesley Sneijder che deve lasciare il posto a Cassano, ci si aspetterebbe un cambio di marcia che invece non avviene. In fase d’impostazione sbagliano troppo J.Zanetti e Guarin, poco lucidi nel gestire il pallone.
Una fiammata dello stesso Guarin fa comunque sussultare i tifosi presenti al Bentegodi: azione insistita sulla destra e violenta conclusione del colombiano che sibila a pochi centimetri dal palo lontano alla destra di Sorrentino.
I ritmi restano bassi e serve un episodio per sbloccare il risultato. Al 42′ arriva la prima manovra degna di questo nome per l’Inter: Nagatomo riceve sulla destra, entra in area ed effettua un tiro-cross. La palla viene sporcata da un difensore e Pereira (in sospetto fuorigioco) può appoggiare in rete per il vantaggio ospite.

Nel secondo tempo i nerazzurri appaiono più sereni e soprattutto più ordinati. Il Chievo fatica a gestire il pallone e a trovare gli spazi giusti, mentre l’Inter aspetta il momento propizio per colpire in contropiede. La squadra di casa non crea un gioco continuo, ma riesce a produrre ugualmente un paio di fiammate: la prima,al 54′, con una conclusione improvvisa di Marco Rigoni dal limite, bloccata in due tempi da Handanovic; la seconda, sette minuti più tardi, ancora con Rigoni ad impegnare il portiere dell’Inter da posizione defilata, senza trovare però il gol. E sempre Rigoni ci riprova su punizione, poco più tardi, ma Handanovic è miracoloso e salva il risultato.
Stramaccioni inserisce quindi Gargano e viene ripagato quasi immediatamente: triangolazione ampia di Cassano con il neo entrato, il barese arriva solo davanti a Sorrentino e lo batte, 0-2 e partita praticamente chiusa.
Nel finale Cruzado colpisce un palo su punizione, mentre l’Inter approfitta di un Chievo ormai stanco sfiorando il gol prima con Guarin, autore comunque di una prestazione fiacca, e poi con Gargano.

Dal punto di vista tattico, nell’Inter si è nota una maggiore compattezza difensiva: le transizioni in difesa che tanto hanno fatto male all’Inter non pungono, ma restano talvolta gli errori individuali. La linea del fuorigioco è al momento lontana dall’essere perfetta, ma in compenso i tre difensori riescono a coprire più facilmente le marcature, concedendo meno opportunità agli attaccanti avversari.
Tuttavia, nei primi 45 minuti, di buono si è vista solo la solidità difensiva mentre dal tatticamente solo una gran confusione. Pereira troppo spesso si è trovato, stranamente, al posto di Guarin mentre Milito svolge sicuramente un gran lavoro, ma toglie profondità all’attacco. Soprattutto perchè nessuno si inserisce alle sue spalle, approfittando degli spazi creati dal movimento dell’argentino.
Nella ripresa, dovendo gestire il vantaggio, si è vista una squadra più ordinata, più dedita a rispettare le consegne prestabilite e che alla fine ha concesso pochissimo alla squadra di casa.
La partita del Chievo Verona è fatta di tanto impegno e attenzione: Di Carlo decide di pressare l’Inter già con gli attaccanti, e fa bene. I nerazzurri tentano sempre di iniziare il gioco da dietro e il pressing portato da Pellisier rallenta sul nascere la manovra avversaria. Nel primo tempo i clivensi giocano al meglio le proprie carte, si dispongono ottimamente sul campo e occupano bene gli spazi. Ma sbagliano due occasioni importanti e vengono poi puniti alla prima vera azione dell’Inter, secondo una delle più classiche regole non scritte del calcio.
Nella ripresa invece ci si aspetterebbe più grinta, invece per lunghi tratti la squadra gialloblù resta passiva a subire il possesso palla (sterile) dei nerazzurri, affidandosi più che altro all’estro dei propri singoli, capace comunque di produrre un paio di conclusioni insidiose.

Per l’Inter è una vittoria che fa comunque morale. Da salvare è principalmente il secondo tempo: nella ripresa gli uomini di Stramaccioni hanno gestito meglio la sfera, lasciando solo due conclusioni non facili a Rigoni. Non se la prenda l’allenatore dell’Inter se parliamo di squadra “provinciale”, quella di stasera lo era pienamente.
Molto positiva invece la prova del Chievo, soprattutto nel primo tempo avrebbe meritato qualcosa in più. Di certo una squadra diversa rispetto a quella vista sabato scorso contro la Juventus.
Domenica per i veronesi c’è la trasferta a Palermo, dovranno cercare di evitare la sconfitta per non realizzare la peggior striscia negativa in Serie A della loro storia. I nerazzurri ospiteranno invece la Fiorentina, cercando di sfatare il tabù S.Siro.

 

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