La convocazione dell’oriundo Osvaldo in Nazionale ha suscitato le proteste della Lega Nord, che l’ha etichettata come il fallimento della politica della Figc. Inutile citare l’anacronismo della questione, visto che l’attuale giocatore della Roma fu convocato nell’Under 21 azzurra nella sua prima esperienza nella serie A italiana.
Altrettanto inutile è dire che un paese civile venga arricchito dalla discussione interna. Dove discussione sta per dialogo, comprensione, ascolto dell’altro per creare una dialettica costruttiva, che faccia crescere e maturare la coscienza civile di ognuno.
Perché a far pensare non devono essere le bizzarre e discutibili idee degli esponenti del Carroccio, che a turno si scagliano contro una Nazione, che li chiama a rappresentare il governo, dando loro dei ministeri. Come nel caso di Castelli, che quando ricopriva la carica di Guardasigilli, saltò al grido: “Chi non salta italiano è?”. A far pensare devono essere, a questo punto, le intromissioni sulle convocazioni in Nazionale e di tutto quello che riguarda l’Italia in genere, se non ci si considera parte di questo paese. Se gli appartenenti alla Lega Nord non si sentono italiani, allora che non si occupino delle cose italiane.
Tornando all’ambito calcistico bisogna ricordare che Radio Padania esultò per il gol del Paraguay contro l’allora squadra di Marcello Lippi nel mondiale disputato in Sudafrica un anno fa. Oppure fare riferimento alle parole di Renzo Bossi, figlio del Senatur, che non hai mai nascosto di non tifare per l’Italia.
La verità è che questo governo è ostaggio della Lega, considerata dai potenti il male minore. Male minore che così non è e non deve essere, perché questa problematica va risolta e in fretta. La Lega non è un male minore, ma il peggiore che ci possa essere perché dalle accuse esterne ci può difendere facendo leva sull’unità, ma da quelle interno no, perché logorano e minano la base di una Nazione.
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