Il campionato Primavera ha già assegnato il primo trofeo. Si tratta della Supercoppa, giocata ieri tra Roma e Inter. Proprio i capitolini sono riusciti a portare la coppa a casa, vincendo per 2 a 1 un match combattuto e anche abbastanza nervoso (si noti l’espulsione dell’interista Mbaye. Il doppio vantaggio firmato Bumba e Frediani è stato ridotto neanche troppo tardi dal giovane Livaja, che ha lasciato mezz’ora di gioco ai compagni per provare a rifarsi.
La Roma è riuscita a portare a casa una splendida partita, dimostrando quanto il settore giovanile giallorosso sia una vera fucina di talenti, senza nulla togliere alla Primavera interista, rea forse di esser scesa in campo poco tranquilla e decisamente nervosa.
Al termine della partita, significative sono state le parole del tecnico capitolino Alberto De Rossi, padre del celebre Daniele, che ha sottolineato l’importanza dei suoi ragazzi anche in prospettiva futura:
Un giudizio sulla partita di ieri.
“I complimenti vanno alla squadra e a tutto lo staff. Le soddisfazioni arrivano anche dalle tante convocazioni dei nostri ragazzi in prima squadra. Il primo tempo è stato perfetto. Avevamo preparato così la gara, con il possesso palla per farli correre. Per quanto riguarda l’espulsione, quel gesto non deve essere sottolineato dall’allenatore, strano perché Bernazzani lo conosco e mi è sempre sembrata una persona equilibrata. Con certi atteggiamenti non si aiutano i ragazzi”.Romagnoli?
“Conosco le sue qualità, è un ragazzo molto sereno, tranquillo e sempre concentrato durante la partita. Ricordo il suo primo allenamento: nella partitella già guidava tutti quanti”.Quali sono le difficoltà di questa stagione?
“Le difficoltà sono tante, quest’anno forse sono anche maggiori delle altre stagioni. A livello tecnico, non abbiamo giocatori che facevano parte della squadra, alcuni lo scorso anno ne hanno fatto parte marginalmente e non hanno avuto un’esperienza forte. Quest’anno non abbiamo questa base, poi abbiamo inserito ragazzi stranieri, quattro di questi non conoscono la lingua…. E’ un cambiamento radicale, non è mai successo che non sia rimasto quasi nessuno, ma è stata una difficoltà all’inizio. La passione e la curiosità di ricominciare mi dà la forza per andare avanti, questo è il bello del mio lavoro”.La sua mancata presenza nel calcio dei “grandi”?
“Ho iniziato come tanti colleghi, venivo dalla terza serie ma avevo giocato per diversi anni. Ho accettato questo lavoro come una conseguenza abbastanza logica, cercando una collocazione per non uscire del tutto dal rettangolo di gioco. Pian piano è subentrata la passione. Lo dico tranquillamente, mi sento importante, non lo faccio perché non ho ambizioni, sono molto ambizioso. Ogni giorno con il mio secondo andiamo alla ricerca di nuove esercitazioni, per stimolare i ragazzi e raggiungere gli stessi obiettivi. Non lo facciamo per lavoro ma per passione e credo che i ragazzi lo percepiscano”.Sorpreso dall’impatto di Florenzi?
“No, non mi ha sorpreso per niente. E per fare un’affermazione del genere bisogna conoscerlo bene, come lo conosco io. E’ un ragazzo che si dedica completamente al calcio, non solo dal punto di vista professionale. Gli piace giocare a calcio. E’ una cosa che lui ha e che a volte, e me la prendo anche con qualche collega del settore giovanile, qualche ragazzo perde. Credo che questa sia una spinta enorme. Con questa passione, poi, quando sei circondato da professionisti, come può essere addirittura il mister Zeman, chiaramente lui si esalta. E con tanti giocatori così bravi le qualità che vengono fuori sono enormi, ma alla base di tutto questo c’è la sua passione per il calcio. Spero che nessuno perda questa passione, almeno sotto la mia gestione”.Com’è vivere a Manchester e allenare il settore giovanile del City?
“(Ride, ndr) Stiamo già organizzando con Massara e Sabatini il torneo di Viareggio. Manchester è lontana anni luce, non ci interessa. Pensiamo già alle prossime partite, domani partiamo per Crotone, abbiamo una partita importante in un campionato che ci vede più indietro, dopo la sconfitta della prima giornata. Dobbiamo ripetere l’ultimo biennio. Fuori dal campo dovranno farlo i dirigenti, perché ci sono molto vicini. E noi sul campo, perché bisogna aiutare questi ragazzi. Il riferimento è al secondo tempo, credo che dovremmo fare un gran lavoro”.