La Roma riparte da Andreazzoli

L’utopia zemaniana non ha prodotto i risultati sperati, conducendo la Roma sull’orlo del baratro. Al tecnico boemo è stata fatale la disastrosa sconfitta contro il Cagliari di venerdì scorso. Il terzo ko nelle ultime 5 gare di campionato (tutte nel 2013) ha convinto la dirigenza del club che era arrivato il momento di imprimere una svolta.

Per uscire dal tunnel la Roma ha deciso di affidarsi ad Aurelio Andreazzoli, uno che a Trigoria è di casa, avendo collaborato con quattro degli ultimi cinque allenatori che si sono avvicendati sulla panchina giallorossa. Nell’ordine, il neo mister romanista ha lavorato al fianco di Spalletti (2005-2009), Montella (2011), Luis Enrique (2011-2012) e Zeman, curando soprattutto la preparazione tattica.

Ai microfoni di Roma Channel Andreazzoli ha illustrato la sua ricetta per risollevare una stagione fin qui fallimentare: So dove e come mettere le mani, quali sono i miei obiettivi e ho la consapevolezza di avere alle spalle una grande società che mi sostiene”, esordisce il tattico toscano di Massa.

Andreazzoli sa perfettamente di essere un traghettatore, ma il suo lavoro avrà obiettivi a lungo termine: “È chiaro che dobbiamo fare subito risultato, ma devo preparare una base: se sarà per me o per il prossimo allenatore lo deciderà la società. Io ragiono come se tra tre anni sarò ancora l’allenatore della Roma“. 

Uno dei suoi compiti sarà quello di riportare l’entusiasmo all’interno dello spogliatoio: “Trigoria non deve essere un posto di lavoro ma un luogo dove venire con piacere. Non credo alle doppie sedute, un allenamento al giorno è più che sufficiente”. Niente doppi allenamenti, dunque, ma comportamenti impeccabili:Ci saranno poche regole ma ferree, alle quali non si può transigere. I calciatori stessi mi aiuteranno a farle rispettare, perché io non voglio controllare nessuno”.

Chi deve ritrovare l’entusiasmo sono anche i tifosi: “Se fuori capiscono che noi siamo a lavorare dalla mattina alla sera con tutte le nostre energie, non ci saranno più problemi perché i tifosi ci sosterranno sempre. Ci penalizzeranno solo se capiranno che noi non ce la mettiamo tutta”.

Infine, Andreazzoli smentisce le voci secondo cui la scelta della società di affidargli la panchina sarebbe stata suggerita dai calciatori: Io scelto dai giocatori? Ma non scherziamo. L’amicizia e il rispetto sono sentimenti importanti senza i quali non posso vivere, ma nel momento in cui do questi sentimenti, sono esigente al 200 per cento con tutti”.

 

 

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