Giggs e Bellamy non cantano, polemiche in Gran Bretagna

La Gran Bretagna in veste di nazione ospitante è presente in tutte le discipline di Londra 2012. Proprio per questo dunque i britannici hanno dovuto imbastire una squadra apposita per partecipare anche al torneo olimpico di calcio e provare a portare una medaglia storica nella patria che inventò il gioco secoli fa. Proprio per questo la rappresentativa della Gran Bretagna è stata composta da numerosi giocatori provenienti non solo dall’Inghilterra ma anche da altri stati quali Galles, Nord Irlanda e Scozia.

Proprio per questo sono stati invitati alla competizione anche i due gallesi Bellamy e Giggs in qualità di fuoriquota. Sopratutto per Giggs le olimpiadi rappresentano una grande occasione per chiudere la sua lunghissima carriera e lasciare un segno positivo nella mente dei suoi tantissimi ammiratori. Purtroppo però la scelta di mettere insieme una sola e unica grande squadra per rappresentare tutti i paesi dell’isola britannica non sembra essersi rivelata felice.

Già prima dell’inizio dei giochi molte erano state le polemiche per la scelta di non portare un icona inglese come Beckham e di preferire appunto un gallese come Ryan Giggs. Oltre questo primo episodio di nazionalismo però, molti sono stati gli eventi che hanno contribuito ad incrinare ancora di più il rapporto tra i giocatori inglesi e quelli degli altri paesi britannici all’interno della rappresentativa.

L’ultimo in ordine cronologico è la scelta di Giggs e Bellamy, che ricordiamo ancora una volta essere entrambi gallesi, di non aver cantato l’inno inglese  “God save the queen” prima di un match. Una scelta che di certo non è piaciuta sia agli esponenti politici inglesi che agli altri giocatori della rappresentativa. Questo astio però era facilmente prevedibile, oltre alla vicenda Beckham infatti prima dell’inizio del torneo lo scozzese Alex Ferguson rifiutò di guidare la rappresentativa in quanto non condivideva lo spirito di unione essendo fieramente scozzese.

 

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