Ha lavorato, ha pagato ed ora ‘non vorrebbe che il Governo gli rompesse i coglioni’ sulla sua pensione. Giampiero Mughini, giornalista ed opinionista, noto al grande pubblico per la sua fede juventina più volte professata dagli studi della trasmissione sportiva Controcampo sulle reti Mediaset, non vuole che gli si tocchi il vitalizio.
‘Sono 6.000 Euro lordi e 3.600 netti lecitamente guadagnati, costruiti lira su lira in anni di lavoro, ricongiungimenti, riscatto della laurea, versamenti volontari anche in periodi di disoccupazione, senza avere alcuna agevolazione, sconto o scivolamento’, Mughini non ci sta e boccia l’eventualità che il Governo modifichi le remunerazioni come le sue per trovare fondi a favore degli esodati.
‘E’ una questione di principio’ per il giornalista di Libero che rivendica la leggitimità del suo ‘reddito procastinato che si chiama pensione’, facendosi portavoce di chi ha testimoniato la riuscita in una determinata carriera professionale.
La protesta di Mughini è contro una delle ipotesi del Parlamento italiano per garantire un reddito agli esodati, presentata sotto forma di emendamento al Disegno di Legge ‘Stabilità’ a firma dei relatori Pierpaolo Baretta (Pd) e Renato Brunetta (Pdl). L’iniziativa di modifica prevede di trovare fondi ulteriori a garantire la copertura finanziaria al problema, tramite la rimodulazione dell’indice di rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici ‘sei volte superiori al minimo’.
LA CARRIERA DI MUGHINI – Giampiero Mughini è nato a Catania e in terra siciliana ha mosso i primi passi nel mondo del giornalismo. E’ stato tra i fondatori de Il Manifesto e tra le colonne del giornale del movimento politico Lotta continua. Tra le testate per cui ha scritto figurano l’Europeo, Panorama, il Foglio. Dal 2007 collabora con Libero.
La sua carriera di opinionista sportivo comincia con la trasmissione di Maurizio Mosca L’appello del martedì, ma la celebrità televisiva la ottiene sostenendo le cause della Juventus per dodici anni consecutivi nella trasmissione Controcampo dal 1998 al 2010.