Morire per una partita a carte si può. Questo è quanto accaduto a Edison Charà, 31 anni, centravanti colombiano.
Il calciatore è stato colpito a morte da un compagno, evidentemente infastidito dalla piega che stava prendendo la partita a carte che si stava giocando. La Polizia di Cauca, sta cercando di ricostruire tutta la dinamica della vicenda, anche grazie all’ausilio di testimoni presenti sul posto, nella notte tra mercoledì e giovedì.
Charà, aveva debuttato nel calcio professionistico nel 2000 nell’Atletico Huila. Ha avuto esperienze calcistiche anche in Uruguay(Montevideo Wanderers) e Perù(Juan Aurich), ed era reduce da un viaggio con la moglie in Cina, dove si era recato per trovare un accordo conla squadra del Dalian Aerbin. A dare l’annuncio della sua morte il comandante della Polizia di Cauca, Ernesto Rodriguez, che ha anche annunciato l’arresto di un uomo in possesso di una calibro 38, corrispondete alle descrizioni dei testimoni e quindi probabile autore dell’omicidio. Per le modalità dell’accaduto questa vicenda ricorda molto quella di Andres Escobar, il difensore ucciso il 2 luglio 1994 all’uscita del ristorante dove aveva appena cenato con la moglie. In quell’ocassione pare che il calciatore fu ucciso, in quanto ritenuto colpevole dell’eliminazione della Colombia ai mondiali di calcio statunitensi, senza mai sapere del tutto se ci fossero di mezzo o meno le scommesse clandestine.
Ma pare che per Charà, la causa della morte sia esclusivamente la rissa scoppiata durante la partita di carte.
“All’improvviso un sparo, con Edison che è finito a terra sanguinante“, questo il racconto di Gilberto Viveros, nipote di Charà, con lui al momento del litigio sfociato poi nell’omicidio.