Se le previsioni dovessero essere confermate, sarebbe un duro colpo per le ambizioni del Napoli di De Laurentiis. Pare infatti che i partenopei stiano per ricevere due punti di penalizzazione dalla Commissione Disciplinare della Giustizia sportiva, per i fatti relativi al ‘calcioscommesse’. Tale handicap precipiterebbe la formazione di Walter Mazzarri a meno sette dalla capolista della serie A, Juventus.
I FATTI – Il Napoli è finito nel mirino degli inquisitori della FIGC per il tentato illecito di Matteo Gianello, portiere dei campani all’epoca dei fatti, che avrebbe coinvolto nel tentativo di combine il difensore Paolo Cannavaro e Gianluca Grava. Per il reato di responsabilità oggettiva, il procuratore federale della Commissione di garanzia della FIGC, Stefano Palazzi, ha chiesto un punto di penalizzazione da comminare alla società SSC Napoli. Si tratta però di una richiesta inedita per la fattispecie di reato, in quanto in precedenza non si era mai andati sotto i due punti di sanzione per ogni gara in cui si fosse appurato il tentativo di illecito da parte di uno o più tesserati. La proposta del Procuratore infatti dovrebbe essere rigettata dalla Commissione Disciplinare che in quanto organo giudicante sulla base di predisposizioni stabilite, non potrebbe intervenire sulla natura ‘politica’ delle stesse.
Nello specifico la gara per cui il reo confesso Gianello è stato giudicato credibile dagli inquirenti è un Sampdoria-Napoli del 16 maggio 2010, che il portiere avrebbe tentato di alterare cercando di coinvolgere anche i compagni di squadra Cannavaro e Grava. Per la cronaca il match terminò 1-0 a favore dei sampdoriani.
La sentenza prevista per lunedì potrebbe dunque sancire il meno due per i partenopei, ma anche uno sconto di pena per Cannavaro e Grava, entrambi accusati di omessa denuncia, ai quali potrebbe essere applicata la sanzione minima di sei mesi di squalifica. I due infatti, secondo le parole dello stesso Palazzi, avrebbero opposto un ‘risentito rifiuto’ al tentativo di combine proposto da Gianello per il quale la richiesta della Procura federale è di tre anni e tre mesi.
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