Calcio e strane frequentazioni, i guai dei campioni

Ezequiel Lavezzi non sta vivendo una grande momento della sua carriera. L’ex funambolo del Napoli ora al Paris Saint Germain non ha mai ingranato in questo finale di 2012 al ‘Parco dei Principi’, complice anche un fastidioso infortunio. Negli ultimi giorni però non sono le gesta sportive ma le frequentazioni dell’asso argentino ai tempi di permanenza alle falde del Vesuvio a tenere banco sulle cronache. Lavezzi ha infatti deposto come testimone al processo riciclaggio che vede tra gli imputati il ristoratore napoletano Maurizio Iorio.

PLAYSTATION – Durante l’interrogatorio del PM Sergio Amato, Lavezzi ha ammesso anche di conoscere l’ex capo della squadra mobile Vittorio Pisani, e di aver intrattenuto rapporti con il figlio Antonio del boss pentito Salvatore Lo Russo, arrivando a ‘giocarci insieme alla playstation’. Lavezzi ha spiegato che Lo Russo, più volte presente a bordocampo al ‘San Paolo’ durante i match ufficiali del Napoli, gli si era presentato come un ultrà, e in Argentina è comune avere rapporti extracalcistici con i propri tifosi.

BARCA E OROLOGI – Infine Lavezzi ha confermato di aver acquistato una barca da Fabio Cannavaro ma di non sapere come averla pagata, in quanto fu il suo commercialista a occuparsi della commissione. L’ipotesi dell’accusa è che il pagamento avvenne tramite il conto svizzero di Iorio al quale inoltre Lavezzi, come da lui stesso confermato, lasciava abitualmente in custodia orologi e gioielli quando si allontanava da Napoli. Tra gli orologi consegnati al ristoratore vi furono anche quindici pezzi precedentemente sequestrati dalla Procura e dopo restituiti.

IN ROMANIA – Non solo in Italia, il problema riciclaggio è diffuso anche nella Romania calcistica. Oltre ai fratelli Becali, noti procuratori del calcio rumeno saliti alle cronache per la clamorosa richiesta di far pagare alla Juventus la multa inflitta al loro assistito Mutu in seguito alla condanna doping decisa dalla FIFA a favore della sua ex squadra, il Chelsea, rischia anche Gica Popescu.

L’ex difensore del ‘Lecce’ è stato infatti condannato a tre anni di carcere con la condizionale per evasione fiscale, riciclaggio ed estorsione in dodici casi di compravendita di giocatori rumeni. Per le stesse accuse sono stati condannati i due fratelli Becali, Ioan e Victor rispettivamente a otto e sette anni.

 

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