221 gol in Serie A basterebbero a certificarne la grandezza. Grandezza che diventa eccezionalità se i gol in questione hanno fatto esultare i tifosi di una sola squadra. In un calcio in cui le bandiere sono solo un ricordo sbiadito, Francesco Totti è la primula rossa di uno sport che riporta le lancette del proprio orologio agli Anni 80, quando in un giocatore si incarnavano i valori di una società e dei suoi sostenitori.
Il ritorno sulla panchina della Roma di Zdenek Zeman gli ha riconsegnato le chiavi del gioco, messe in discussione da quel Luis Enrique che il numero dieci giallorosso ha sempre rispettato, ma mai amato.
Le reti e gli assist stagionali sono stati resi ancora più belli dal sostegno del capitano giallorosso al suo tecnico, a cui è stata apposta con troppa fretta l’etichetta del “bollito”. Quando la classifica era impietosa, così come i giudizi della critica, Francesco Totti gli ha sempre dato il proprio appoggio pubblico e privato, sostenendo, a ragione, che dal laboratorio zemaniano sarebbe potuta nascere una grande Roma.
Francesco Totti, 36 anni compiuti il 27 settembre scorso, è uno straordinario esempio di come si può giocare a lungo se la professionalità viene messa al servizio del genio. Professionalità che il campione del mondo 2006 dimostra anche a tavola, seguendo pedissequamente la dieta del professor Fabrizio Angelini, l’endocrinologo di fama nazionale che ha tolto dal menù di Trigoria dolci e bevande alcoliche.