Quando un giocatore decide di lasciare un team quasi sempre può imboccare due strade diverse. Da una parte infatti può lasciare compagni e società nel modo più sereno possibile, magari restando anche nella memoria dei tifosi, dall’altro invece può andarsene sbattendo la porta e chiudendo per sempre una pagina della sua carriera. Diverso però è il discorso per quanto riguarda l’addio di Wesley Sneijder all’Inter. Il centrocampista offensivo olandese infatti non ha mai avuto un buon feeling con la società presieduta da Massimo Moratti e ha più volte chiesto la cessione salvo poi ottenerla e lasciare Milano. L’olandese però ha sempre spiegato che la sua scelta era dettata dalla volontà della società in quanto egli stesso aveva un ottimo rapporto sia con i compagni di squadra che con i tifosi.
Raggiunto da alcuni giornalisti il calciatore si è detto assolutamente rammaricato per la negativa stagione nerazzurra:“Sono molto triste per i miei ex compagni e per i tifosi a causa del nono posto finale, mi dispiace anche che sia stato mandato via l’allenatore. Non mi dispiace affatto però per alcune persone che lavorano all’interno della dirigenza e spero che chi comanda si renda conto che quel che è successo è indegno dell’Inter”. Insomma, parole al miele per compagni e tifosi ma dure per quanto riguarda chi guida la squadra dal punto di vista societario.
Un rancore che sembra essere ancora forte anche perche Sneijder nel prosieguo dell’intervista rincara la dose:“Là alcuni dirigenti hanno cercato di distruggermi, al mio posto un altro avrebbe smesso di giocare a calcio. Tanti hanno cercato di colpirmi, non sono persone degne della mia fiducia. Ma tutto questo mi ha reso più forte”. Sorge lecito domandarsi dunque se le polemiche e le parole al veleno dell’olandese siano indirizzate verso una persona in particolare o verso tutto lo staff societario nerazzurro.