Cosa ci fa un allenatore di calcio su una rivista automobilistica? La risposta è molto semplice, quando si parla di Jose Mourinho. Il tecnico portoghese ha messo da parte il silenzio stampa imposto dalla dirigenza del Real Madrid per parlare della sua carriera e delle sue aspettative per il futuro. Il perchè di un’intervista su Audi Magazine è molto semplice: uno come lui non poteva mancare nella speciale rubrica degli “uomini di maggior successo nel mondo grazie al proprio lavoro”.
Di seguito un estratto con le dichiarazioni più importanti:
“Mi considero un grande allenatore. Lo penso per quello che ho vinto in diversi paesi, è più semplice vincere quando riesci ad adattarti alle culture dei paesi dove vai a giocare. Ho collezionato tante vittorie e il bello è che nessuno può togliermele. Proprio grazie a questi dati oggettivi posso dire di essere forse il migliore della storia recente.” Così ha aperto l’intervista Mourinho, che ha poi proseguito parlando delle sue sensazioni e del suo futuro: “Non sono abituato a festeggiare e a godermi quei momenti perché voglio tornare subito a vincere di nuovo. Mi piace veder gioire gli altri, dar loro il mio contributo perché possano essere felici, è quello che mi dà più gioia nel vincere trofei. Cosa mi rende speciale? Il carattere. Senza quello non si va lontano. il carattere è al servizio del talento. Rispetto tanto chi sa sfruttare il proprio talento e invece non ammiro chi lo spreca. Nel calcio di un certo livello è la testa che fa la differenza, più di ogni altra cosa.
Che tipo sono nella vita privata? Sono uno timido, uno che crede tanto nella famiglia. Molti dicono che forse sono troppo serio, ma è solo quello che traspare di me, si vede che non mi conoscono. I miei figli nel calcio? Devono fare solo quello che vogliono. Mio padre ha giocato e ha allenato, ma non mi ha mai fatto pressioni sulle mie scelte. Se escludo un’avventura in Nazionale? Nella vita, e soprattutto nel calcio, nulla si da per scontato. Tra vent’anni credo che smetterò con il calcio, mi ritirerò quando avrò più o meno settanta anni. Spero allora di essere orgoglioso di me e della mia carriera. Quando dirò questa è la mia ultima partita da allenatore, sarà il giorno in cui lascerò completamente il calcio. “.