Chissà se Alexander Gonzalez, allenatore della nazionale di Cuba, non sarà obbligato prima o poi a segregare i membri della sua formazione per impedire ulteriori fughe. Forse lo staff della sua Federazione ci starà pensando poichè non può essere accettabile il continuo stillicidio di giocatori verso l’esterno ogni qualvolta la squadra nazionale cubana si rechi in trasferta per la disputa di una gara internazionale. Succede anche questo infatti nell’eterna contesa tra libertà e oppressione.
LA CRONACA – Prima dell’incontro valido per le qualificazioni ai Mondiali 2014 della zona Concacaf tra Canada e Cuba, il portiere Odinsel Cooper Despaine, il centrocampista Reisandry Fernandez Cervantes, e gli attaccanti Elier Cordovez Gonzalez e Maikel Chang Ramirez sono fuggiti dal loro ritiro per richiedere, probabilmente, lo status di rifugiato politico al governo canadese. Non è la prima volta per la nazionale di L’Avana che perde ormai quasi regolarmente alcuni dei suoi giocatori in occasione di trasferte negli Stati Uniti o in altre zone del Nord America. Nel 2005 Maykel Galindo, attuale attaccante del Chivas, chiese asilo politico negli USA durante la competizione Gold Cup (il trofeo continentale dell’America del Nord e dei Caraibi). Nel 2008 furono addirittura sette i giocatori della selezione olimpica cubana a scomparire in occasione di una gara di qualificazione giocata in Florida, mentre Pedro Faife e Reynier Alcantara chiesero e ottennero asilo politico dagli Stati Uniti nello stesso anno. Nel 2011 e nel 2012, altri due giocatori, tra i quali l’esperto Yosniel Mesa, sono fuggiti dalla propria nazionale, prima della clamorosa fuga a quattro di Toronto in Canada.
FUGA PER LA VITTORIA – Nel 2010 durante i mondiali sudafricani, fu la Corea del Nord a salire agli onori della cronaca per la presunta fuga di quattro suoi giocatori dal ritiro ufficiale. Una evoluzione facilmente prevedibile per la rappresentativa nazionale di un paese che, per punire i suoi giocatori dopo la fallimentare esperienza mondiale, li espose a pubblico ludibrio sulla televisione pubblica e costrinse il CT Ki Jong-un ad espiare i suoi errori in un cantiere edile.
Ancora la Cuba calcistica, questa volta a femminile, si rese protagonista di un caso analogo nel gennaio del 2012 con la fuga di due giocatrici della selezione maggiore.
LE SOLUZIONI – Il presidente della FIFA Joseph Blatter ha ‘minacciato’ di intervenire direttamente nella questione, ma intanto ha disdetto la visita al paese caraibico previsto alla fine di ottobre, mentre la Nazionale di Alexander Gonzalez, senza la stella Chang Ramirez e con la panchina completamente deserta, ha incassato un sonoro 3-0 dalla formazione canadese.
Paradossalmente una prima parziale soluzione al problema potrebbe arrivare direttamente dal regime cubano, che nella giornata odierna ha sancito l’abolizione del permesso obbligatorio per l’espatrio. Ora i cubani potranno uscire dall’isola senza i visti e il lungo iter burocratico previsto per scongiurarne la fuga di massa.