Dalle partite in Champions League con la Juventus alle aule di un tribunale, dove dovrà difendersi dall’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti per cui oggi il pubblico ministero ha chiesto una condanna a 24 anni di reclusione.
Parliamo di Michele Padovano, 45 anni, ex calciatore della Juventus, ma anche di altre squadre nelle quali ha realizzato molti gol: Cosenza, Pisa, Napoli, Genoa, Reggiana, Crystal Palace (Inghilterra) e Metz (Francia). L’ex attaccante fu già arrestato nel 2006, a seguito di un’operazione dei Carabinieri contro il traffico di hashish tra Spagna e nord Italia.
Il pubblico ministero Rinaudo ritiene l’ex calciatore tra i possibili finanziatori della banda, i cui componenti sono già stati tutti condannati in un precedente processo eseguito con rito abbreviato. Il capo dell’organizzazione criminale, amico di infanzia di Padovano, sarebbe Luca Mosole, per il quale il P.M. ha chiesto 44 anni di reclusione.
L’indagine del 2006 comportò il sequestro di 23 quintali di hashish, per un valore stimato di 14 milioni di euro. I due amici si sono sempre dichiarati innocenti, rinunciando al processo con rito abbreviato e quindi ad uno sconto di un terzo della pena. Mosole si era sempre dichiarato disoccupato, ma conduceva un tenore di vita troppo elevato, caratterizzato dall’acquisto continuo di beni di lusso, tra cui automobili costosissime. Il coinvolgimento di Padovano fu scoperto proprio grazie alle intercettazioni telefoniche dello stesso Mosole e dei vari pedinamenti che portarono gli inquirenti a scoprire un deposito postale di ben 100.000 euro fatto dall’ex calciatore nell’ ufficio postale di San Gillio (Torino). Soldi che gli inquirenti ritengono provenire dal traffico illecito.