Dopo le polemiche per l’episodio di Busto Arsizio dove alcuni tifosi del Pro Patria hanno offeso i giocatori di colore del Milan con cori razzisti inducendo i rossoneri ad abbandonare il campo durante la partita amichevole tra le due squadre, un altra vicenda simile è pronta nuovamente a scuotere il calcio italiano. Nel corso del primo tempo dell’anticipo di ieri tra Lazio e Cagliari, il calciatore colombiano Ibarbo è stato preso di mira da alcuni ululati da parte di alcuni tifosi della Lazio, sovrastati, però, dai fischi di disappunto del resto dei tifosi presenti allo stadio Olimpico.
La dirigenza del Cagliari a bordo campo ha immediatamente segnalato la situazione all’arbitro Orsato che ha subito evidenziato ai capitani delle 2 squadre, Mauri e Conti, i rischi a livello regolamentare, ovvero in caso di reiterazione degli ululati la partita correva il rischio di essere sospesa. Fortunatamente nel corso del secondo tempo la situazione si è normalizzata e nessun coro razzista si è più udito. Sulla questione si è espresso il presidente laziale Lotito:
I buu ad Ibarbo? Torniamo su un discorso che sta assumendo dei toni sbagliati perché la Lazio viene additata come una società razzista e non lo è. Purtroppo non possiamo controllare l’atteggiamento dei singoli tifosi, perché non si può criminalizzare un’intera tifoseria per il comportamento di poche decine di persone. Bisogna chiarire questa cosa e punire solo i casi in cui la maggior parte della tifoseria si rende partecipe di certi comportamenti razzisti. Io ho fatto una grande opera di prevenzione e posso dire che la nostra tifoseria è molto cambiata da quando sono diventato presidente, ma non possiamo mettere un poliziotto per controllare tutti e 30 mila gli spettatori. La società ha sempre preso le distanze da certi comportamenti con le parole e sopratutto coi fatti, assumendo atteggiamenti forti nei confronti di molte frange della tifoseria.