Ormai è una prassi consolidata: quando una squadra è indifficoltà si cambia l’allenatore. I tecnici sono pienamente coscienti dei rischi che corrono e diciamo anche che questa è la possibilità che si offre a tanti allenatori ,che in estate non trovano una squadra, di rientrare nel calcio e lavorare di nuovo. Ovviamente non sempre cambiare il tecnico si dimostra una scelta vincente perchè non è facile rimediare agli errori effettuati in afse di costruzione di un organico, ma almeno si cerca di dare una scossa all’ambiente cercando di risvegliare l’entusiasmo dei tifosi stimolando i calciatori ad un maggiore impegno.
Quest’anno tanti sono stati fino ad ora i cambi, sia in serie A che in B. In A quello che al momento si è dimostrato più vincente è stato quello dell’Inter, che ha avvicendato Gasperini con Ranieri ed ha ottenuto una notevole spinta con un forte recupero dei neroazurri in classifica. Buona anche la situazione del Bologna che con Pioli in pancihna, al posto di Bisoli, è riuscito a tirarsi fuori, almeno al momento, dai bassifondi della classifica dove si trova il Lecce di Cosmi, subentrato a Di Francesco, e il Cesena di Arrigoni che sta provando, dopo aver sostituito Gianpaolo, a tirar fuori i romagnoli da una classifica difficile. Sostituzione anche a Firenze con Delio Rossi al posto di Mihajlovic, e a Palermo dove Mutti è subentrato a Mangia che aveva sostituito Pioli il 31 agosto. A Cagliari invece Ballardini ha preso, senza dare fino ad ora la scossa sperata, il posto di Ficcadenti.
Negli ultimi giorni i cambi di Marino per Malesani a Genova e sopratutto il ritorno di Donadoni. L’ex commissario tecnico della nazionale è ritornato in pista prendendo il posto dell’esonerato Colomba alla guida del Parma. Un esonero quello del tecnico gialloblù molto strano in quanto gli emiliani navigano a metà classifica, una posizione tutto sommato in linea con quelli che erano gli obbiettivi stagionali.