La premessa – che è stata fatta da molti per la Juventus – è valida anche per la Fiorentina, ed è che una buona partita non è sufficiente per lasciarsi andare a facili entusiasmi. Nonostante ciò, la Fiorentina vista in campo ieri davanti al Bologna, nel caldo asfissiante del pomeriggio fiorentino, ha lanciato segnali incoraggianti. Il buon gioco, la grinta e un po’ la mancanza di concretezza davanti alle numerosissime occasioni hanno ricordato molto la prima Fiorentina targata Prandelli, che vinceva molto (74 i punti nella prima stagione) ma che in troppe occasioni mancava di chiudere le partite. Su questo aspetto pericoloso l’allenatore serbo Sinisa Mihajlovic dovrà lavorare molto, ma non mancano i presupposti per il rilancio di una Fiorentina che nella scorsa stagione ha lasciato l’amaro in bocca ai suoi tifosi, che nonostante il recente passato vissuto nel baratro della Serie C2 hanno visto la squadra classificarsi spesso nei primi 4 posti.
Analizzando l’aspetto tecnico della partita, possiamo parlare di una Viola che – nonostante l’assenza di Juan Manuel Vargas e la condizione ancora non ottimale di Stevan Jovetic – se l’è cavata bene, non mettendo quasi mai la vittoria in discussione. La prestazione migliore è a detta di molti quella di Manuel Pasqual, aiutato dall’ottimo lavoro sporco del nuovo arrivato Andrea Lazzari, e dagli spazi lasciati da Jovetic che spesso tende ad accentrarsi. Il terzino di San Donà di Piave ha svolto un ottimo lavoro in fase offensiva, non facendo comunque correre pericoli sulla sua corsia. Nel resto della difesa è normale amministrazione, con la necessità del lavoro di contenimento svolto bene dalla coppia centrale formata da Natali e da capitan Gamberini (quest’ultimo poi sostituito dal giovane Nastasic) e dal terzino destro Cassani. A centrocampo è ammirevole il lavoro di Valon Behrami, eccellente come ci aveva già abituato nell’infinità dei palloni recuperati e nella grinta messa in campo. Il compagno di reparto Riccardo Montolivo mette da parte la telenovela che lo ha visto protagonista in estate e fa una discreta partita, nonostante le sue potenzialità siano ben altre.
In attacco le cose funzionano bene: l’estro di Alessio Cerci non manca, che nonostante l’altruismo che a volte viene a mancare è un pericolo costante sulla fascia destra (il gol ne è testimone), ma il segnale più importante è il cambio di tendenza del pubblico che, riconsiderato il personaggio, non lo fa più oggetto di fischi, bensì di applausi. Stevan Jovetic, come detto in precedenza, ha bisogno di più partite sulle gambe per la sua forma ottimale, ma quel che lascia intravedere fa chiaramente intuire che può essere il miglior acquisto di questa Fiorentina. Salta costantemente l’uomo come se fosse un birillo e arriva con facilità al tiro più e più volte, anche se troppo spesso manca lo specchio. Alberto Gilardino è il centravanti che non si smentisce mai: trasforma la prima occasione in gol, mettendo un tassello fondamentale sui primi tre punti viola, nonostante poi manchi di concretezza in un’occasione in cui si è visto a tu per tu con il portiere Gillet.
Nel frattempo, la società ha deciso per una proroga della campagna abbonamenti che produrrà i suoi frutti, visto lo scetticismo che si dilegua. Mentre Sinisa Mihajlovic può plasmare la sua prima vera Fiorentina che, con pazienza e tanto lavoro, può ambire a tornare competitiva come nelle stagioni passate.