Di Canio su Genova: “Per togliermi la maglia ne servivano 2000…”

Tutto il mondo ha visto l’incredibile follia degli ultras genoani che, infuriati contro la loro squadra, hanno deciso di costringere i propri giocatori a togliersi le divise sociali in quanto “non degni di indossarle”. In molti hanno commentato l’assurdo gesto dei tifosi ma sopratutto dei calciatori, che hanno obbedito alla volontà dei tifosi togliendosi le divise sociali.

Tra coloro che hanno commentato a caldo la scena c’è Paolo Di Canio, ex calciatore della Lazio e famoso per essere sempre vicino al fenomeno delle tifoserie organizzate. Questa volta però anche l’ex attaccante ha avuto da ridire sui modi utilizzati dai tifosi e, anzi, ha detto che se ci fosse stato lui in campo mai si sarebbe piegato ad una volontà del genere:“Io vengo da il mondo ultras e gli sono sempre stato vicino perche’ ho sempre considerato le curve come dei centri sociali e in questo senso e’ un bene che ci sia: e’ giusto che si contesti pero’ nei limiti, senza creare problemi ad altre persone che hanno pagato per uno spettacolo e domenica e’ stata una brutta giornata – il parere di Di Canio -. Soprattutto per i giocatori che si tolgono la maglia: a me sarebbero dovuti venire in duemila a strapparmela. Ma non capisco le istituzioni: quelli che si indignano per il sono gli stessi che governano il calcio da vent’anni. Negli altri stati quando un progetto fallisce chi ne tiene le redini se ne va, si dimette, invece di indignarsi pubblicamente per farsi bello”.

Insomma Di Canio condanna totalmente il gesto dei tifosi genoani sottolineando però come il tifo organizzato non sia assolutamente sinonimo di violenza. La curva infatti rappresenta oggi per molti ragazzi un elemento di aggregazione sociale che va anche oltre la partita-. Purtroppo però, come spesso accade, in gruppi numerosi si nascondo sempre dei delinquenti che con le loro azioni rovinano l’immagine di un intero gruppo.

 

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