Calcioscommesse: si indaga su tre partite del Napoli. De Laurentiis: “Nessun coinvolgimento diretto”

Lo scandalo scommesse che travolgendo il calcio italiano si arricchisce ogni giorno di nuovi particolari. Oggi la Procura di Napoli ha disposto l’acquisizione dei filmati di tre partite della società del presidente De Laurentiis: Napoli-Parma (2-3) del 10 aprile e Sampdoria-Napoli (1-0) del 16 maggio 2010 e Lecce-Napoli (2-1) dell’8 maggio di quest’anno.

Le indagini mirano ad accettare eventuali irregolarità nello svolgimento di questi tre incontri della squadra partenopea. Gli inquirenti si stanno concentrando su Napoli-Parma partita terminata 2-3 per capire se la camorra durante i due tempi puntò molti soldi sulla sconfitta della squadra di Walter Mazzarri, che alla fine della prima frazione era in vantaggio per 1-0. In questa partita una foto immortala il figlio di un boss a bordo campo. Su questo episodio e sull’intera vicenda legata al calcioscommesse, è intervenuto il presidente azzurro Aurelio De Laurentiis, che ha detto di non essere “al corrente di un coinvolgimento diretto del Napoli“.

Il massimo dirigente ha continuato:

“Per la presenza di determinati elementi le società non sono mai considerabili responsabili perché allo stadio non possono andare solo quelli colpiti da Daspo, questa è la legge e questa è la regola. Quella persona era alle dipendenze di un manutentore del campo di gioco, e nella foto è rappresentata vicino alle forze dell’ordine. Non è che il Calcio Napoli può stare a verificare la fedina penale di ognuno che entra. Noi abbiamo 700 steward le cui generalità sono regolarmente inoltrate alla questura, bisognerebbe piuttosto stabilire con il ministero se in un impianto pubblico di grande capienza sia il caso di negare l’accesso anche a chi ha problemi gravi con la legge anche per altri motivi. Si tratta quindi di una diatriba da risolvere”.

Sul tema delle scommesse, De Laurentiis ha sostenuto: “La Lega calcio dovrebbe avere il 50% del controllo e degli introiti delle scommesse, invece operano anche società straniere. Tutto ciò è assurdo. Quindi o stabiliamo con Platini regole ferree, oppure si finisce nel sensazionalismo. Il calcio va difeso e non bruciato, e va difeso con regole di respiro internazionale”.

 

 

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