Un brutto episodio che Kevin Prince Boateng non riesce a dimenticare. Qualche mese fa infatti il centrocampista rossonero durante una gara amichevole giocata dal milan a Busto Arsizio contro la storica Pro Patria fu bersagliato dagli insultai razzisti di una parte del pubblico di casa. Circa venti facinorosi infatti presero di mira il calciatore del Milan con insulti e “bu” razzisti ripetuti ogni qualvolta il calciatore toccava il pallone anche solo per pochi secondi. Dopo l’ennesimo insulto il giocatore decise di scagliare il pallone contro il pubblico costringendo l’arbitro a far terminare la partita, un gesto unico che ha destato tante discussioni.
Dopo quel gesto Boateng è stato a lungo in prima linea in diverse manifestazioni proprio contro ogni sorta di discriminazione razziale, incontrando anche i vertici sia della UEFA che della FIFA. Nel suo girovagare come testimonial nella lotta al razzismo il giocatore però si è lasciato andare anche ad alcune dichiarazioni riguardanti un suo possibile addio all’Italia proprio per gli episodi di razzismo, parole che hanno subito allarmato i tifosi del Milan che temono di perdere uno dei loro migliori giocatori. Con la sentenza che condanna i circa 20 facinorosi arrivata qualche settimana fa però sembra che anche Boateng si sia calmato e abbia deciso di non lasciare i rossoneri.
Il giocatore infatti, in un’intervista rilasciata a Sky Sport, ha spiegato che le sue parole erano solamente dettate dalla rabbia del momento: “Non è vero che voglio andare all’estero, quella frase l’ho detta soltanto in preda alla rabbia”. Il calciatore ha inoltre parlato anche della sentenza dimostrandosi molto soddisfatto della scelta del giudice:“Come giudico la sentenza? Esemplare. Episodi come quello di Busto Arsizio sono il male del calcio e io, come qualsiasi altro giocatore che ne sia vittima, non possiamo assolutamente tollerare. Spero che la mia reazione sia servita a far capire a questi pochi stupidi di restare a casa”.