Il futuro di Gianluigi Donnarumma al Milan è nuovamente in bilico. Dopo un’estate travagliata, chiusa dal rinnovo di contratto con ricco ingaggio (5.5 milioni più bonus) fino al 2021, ieri è spuntata una voce secondo cui il procuratore del giocatore, Mino Raiola, potrebbe chiedere l’annullamento dell’accordo. Il motivo? Il ragazzo avrebbe ricevuto “pressioni psicologiche” per firmare.
La voce, meglio sottolinearlo subito, non è stata per il momento confermata dai diretti interessati ma l’ambiente rossonero sembra averne abbastanza. Poco prima dell’inizio del match di Coppa Italia, valevole per gli ottavi di finale, contro il Verona, la curva del Milan ha preso nettamente posizione. Prima i fischi, copiosi, con qualche coro non esattamente simpatico nei confronti di Donnarumma (che ha terminato il riscaldamento in anticipo); poi l’arrivo dello striscione che, probabilmente, segna una rottura definitiva con l’ambiente.
“Violenza morale sei milioni all’anno e l’ingaggio di un fratello parassita? Ora vattene, la pazienza è finita”, questo il pensiero dei fedelissimi rossoneri che chiamano quindi in causa anche il fratello Antonio, arrivato in estate per fare da terzo portiere. Una sorta di “bonus”, decisamente inusuale. Va sottolineato che poche ore prima il Milan aveva diramato una nota ufficiale definendo il 18enne Donnarumma un “patrimonio tecnico ed economico immenso del club”.