Finisce la telenovela di Cagliari-Roma. Oggi la Corte di Giustizia della Federcalcio ha respinto il ricorso dei sardi contro lo 0-3 a tavolino deciso dal Giudice Sportivo dopo il rinvio della partita con i giallorossi del 23 settembre scorso.
Ripercorriamo la vicenda dall’inizio. Il 18 settembre, cinque giorni prima del match, il Prefetto di Cagliari, Giovanni Balsamo, dichiara l’impianto Is Arenas inagibile, stabilendo che la partita tra i sardi e i giallorossi deve disputarsi a porte chiuse.
Il giorno prima del match, però, Massimo Cellino pensa bene di invitare i tifosi cagliaritani a recarsi lo stesso allo stadio, disattendendo, così, la decisione della Prefettura. Per evitare problemi di ordine pubblico, Balsamo non può far altro che decretare il rinvio della gara.
Come conseguenza del gesto avventato del patron rossoblu, il 25 settembre il Giudice Sportivo, Gianpaolo Tosel, decreta lo 0-3 a tavolino in favore della Roma. Cellino, ovviamente, fa ricorso, difendendo a spada tratta il comunicato: “Con il mio appello sarebbero andati solo gli abbonati, che sono in buona parte donne e bambini. Non è stato compreso il mio messaggio: ho evitato il caos“.
La puntata successiva va in onda il 25 ottobre. La Corte di Giustizia della Figc sospende il giudizio sul ricorso del Cagliari per lo 0-3, dando mandato alla Procura Federale di effettuare un supplemento di indagini.
Il resto è storia di oggi, con la conferma della vittoria a tavolino della Roma. Contattato dall’Ansa, Cellino ha espresso tutta la sua indignazione: ”Oggi è morta una grande parte della mia anima sportiva. Con questa sentenza lo sport non c’entra nulla, è un film dell’orrore“.
La protesta del presidente rossoblu è proseguita sul sito ufficiale del club: “La verità è che la Roma non ha voluto giocare la partita e questo non è sportivo. È come simulare un fallo da rigore o segnare un gol con la mano e non ammetterlo“. La società sarda ha annunciato che presenterà ricorso al Tnas.
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