Il Napoli stravince sulla Lazio con una portentosa tripletta di Edinson Cavani. Il Matador attacca, difende, ripiega e traina la squadra che è una meraviglia. Questo, però, non deve togliere i giusti meriti degli altri interpreti, ugualmente immersi nella manovra, e capaci di mettere l’uruguagio nelle condizioni di pungere gli avversari tre volte di seguito.
Hamsik ha convinto: finalmente lo slovacco è tornato a far male dopo un breve periodo di appannamento. De Sanctis compie una prodezza prodigiosa, e si fa sempre trovare pronto quando chiamato in causa. Gamberini ci mette il fisico e spazza via ogni pericolo. Ma quello che ha impresionato più di tutti è Valon Behrami. Lo svizzero si attacca agli avversari come una zecca: corre, ruba palloni e fa ripartire l’azione. Maestoso, praticamente imperiale: uno come lui dovrebbe figurare in ogni organico che si rispetti. Non sarà un fuoriclasse con i piedi, ma svolge il ruolo con caparbietà e grande competenza.
Peccato, però, che i gesti tecnici azzurri non siano bastati a convincere la stampa nazionale. Particolarmente ingenerosa ci è parsa la disamina di Nicola Cecere, giornalista de ‘La Gazzetta dello Sport‘. Il collega, analizzando il match di ieri sera, scrive compiaciuto: “Se il Matador ce l’avesse la Juve, l’Italia non avrebbe il campionato. Ma Cavani è rimasto al Napoli e così il duello con i bianconeri si rinnova: l’entusiasmante tripletta con la quale ha triturato la Lazio, vale l’aggancio al vertice! E qui hanno subito tirato fuori le statistiche: l’ultima volta delle due rivali appaiate in vetta risale al torneo 1989-90. Indovinate un po’ chi vinse lo scudetto. L’uruguagio è giunto al sesto triplete personale (un anno fa contro il Milan il più recente exploit), e ha pure fallito un rigore per eccesso di sicurezza (sul 3-0, vabbè). Ha scavalcato cannonieri del calibro di Luis Vinicio e Cané, ha nel mirino Savoldi, di questo passo anche un certo Maradona (115 reti) vedrà in pericolo il suo primato. Che siano benedetti i milioni scuciti dall’accorto De Laurentiis: mai investimento fu tanto proficuo“.