Se il calcio è il gioco più bello del mondo, altrettanto non si può dire di alcune sue cornici. Come quella che sabato sera si è materializzata fra i tifosi dell’Inter che in uno striscione hanno scritto: “Acciaio scadente: nostalgia dell’Heysel”, associando la tragedia avvenuta il 29 maggio 1985 nello stadio di Bruxelles, in cui morirono 39 persone (fra cui molti sostenitori juventini) all’inchiesta aperta dalla Procura di Torino per i presunti materiali scadenti, con i quali si è costruito il nuovo impianto bianconero.
Questo accostamento è figlio dell’odio verso l’altro, dell’inciviltà e dell’ignoranza. Non che avrebbe fatto differenza, ma prima di quella finale fra Juve e Liverpool delle 39 persone scomparse, 2 erano tifose dell’Inter (Mario Ronchi e Tarcisio Salvi).
Non che avrebbe fatto differenza, perché la morte non ha colore, sesso, nazionalità, etnia o in questo caso appartenenza calcistica. La morte è morte. E’ uguale per tutti. Come per Giacinto Facchetti, icona della storia dell’Inter, che nell’anticipo della 10 giornata è stato insultato dai supporter della Juventus.