Tudor sulla graticola alla Juve: non solo Spalletti tra i possibili sostituti

In casa Juventus è tempo di analisi e di decisioni cruciali riguardo la panchina, proprio mentre la squadra si appresta ad affrontare un vero e proprio “tour de force”: sette partite in 21 giorni con avversari di alto livello. La pressione su Igor Tudor è altissima, e le prossime due gare saranno decisive per il suo futuro: l’impegno in Champions League contro il Real Madrid al Bernabeu e la successiva sfida di campionato contro la Lazio. Queste partite stabiliranno se la sua terza esperienza in bianconero potrà continuare o se è già giunta al capolinea.

Tudor ora rischia moltissimo

Nonostante l’allenatore croato sia ancora in sella, la dirigenza non può permettersi di farsi trovare impreparata. L’ombra dei possibili sostituti inizia già ad allungarsi sulla Continassa, una situazione che non aiuta certo la serenità del tecnico. Tra le considerazioni del club ci sono anche aspetti economici, come la posizione contrattuale di Thiago Motta, ancora a libro paga.

I principali nomi che circolano per l’eventuale successione di Tudor sono tre, tutti di spicco ma con filosofie di gioco molto diverse tra loro: i due ex CT della Nazionale, Luciano Spalletti e Roberto Mancini, e Raffaele Palladino.

Le opzioni tattiche: Spalletti e Mancini

Luciano Spalletti, noto per il suo gioco verticale, porterebbe un cambio netto rispetto al modulo di Tudor, prediligendo una difesa a quattro. La sua tattica si basa sull’occupazione del centro del campo per liberare spazio sugli esterni, con la fase di non possesso caratterizzata da un pressing alto e una difesa che lavora a zona. In un ipotetico 4-2-3-1, il giovane Yildiz sarebbe il candidato ideale per il ruolo di trequartista centrale.

Anche Roberto Mancini è un estimatore del 4-2-3-1, ma utilizza volentieri anche il 4-3-3. Con il “Mancio”, la costruzione dal basso diverrebbe un dogma imprescindibile, ponendo l’accento sulla qualità e la ricerca costante del “bel gioco”. La mentalità tattica sarebbe rivoluzionata: la punta centrale si abbasserebbe per partecipare alla manovra, creando spazi per gli inserimenti dei compagni di squadra.

L’alternativa Palladino

Infine, Raffaele Palladino, il più giovane del lotto e attualmente senza squadra dopo la separazione burrascosa con la Fiorentina. Un suo arrivo manterrebbe il modulo di partenza di Tudor, il 3-4-2-1, ma con una reinterpretazione dinamica: un difensore sarebbe libero di sganciarsi in mediana per occupare gli spazi. Gli esterni, rigorosamente a piede invertito, sarebbero spinti a cercare la conclusione o l’imbucata piuttosto che il cross. Con Palladino, l’uno contro uno sarebbe fondamentale a tutto campo, a partire da un pressing asfissiante e alto sugli avversari. La dirigenza juventina si trova di fronte a una scelta complessa che, in caso di esonero, non solo riguarderebbe il nome, ma definirebbe l’intera direzione tattica e la filosofia di gioco per il futuro.

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