Post-partita agitato in casa Roma dopo l’eliminazione dall’Europa League per mano del Lione. Ai giallorossi non è bastato il 2-1 all’Olimpico contro i francesi per ribaltare il 4-2 rimediato all’andata, l’importante obiettivo stagionale è svanito. Se la corsa scudetto resta proibitiva (-8 dalla Juventus), resta ora la speranza di una rimonta nella semifinale di ritorno di Coppa Italia contro la Lazio (2-0 all’andata per i biancocelesti) per puntare ad alzare un trofeo.
Luciano Spalletti finisce sul banco degli imputati. La gestione, probabilmente non ottimale, della rosa considerati i tanti impegni ravvicinati in questo periodo della stagione, è la principale accusa rivolta al tecnico toscano che fa mea-culpa: “Forse avrei potuto azzardare di più, anche per creare uno stimolo o un effetto novità alla squadra…”. Ma il clou arriva poco dopo quando, per l’ennesima volta, l’ex allenatore dello Zenit si scaglia contro l’ambiente della capitale: “Forse sono io che porto sfiga”, comincia Spalletti che poi carica a testa bassa: “So bene, però, che qui a Roma non mi sopportano. Non riceviamo mai i complimenti e i meriti che ci spettano: qualche anno fa battemmo il Catania 7-1 e fummo ugualmente criticati, guardate invece cosa è successo all’Inter col 7-1 all’Atalanta“. La chiusura al veleno è dedicata al comportamento dei giocatori del Lione: “Guardare 10 giocatori continuamente a terra per perdere tempo è una cosa davvero brutta per lo sport, l’arbitro doveva ammonire molto prima“.