Inter-Partizan, pericolo ultras serbi

Domani sera alle 19:00, in occasione di Inter-Partizan di Europa League, gli ultras serbi torneranno a mettere piede in Italia. E’ la prima volta dopo i disordini di Genova di Italia-Serbia del 12 ottobre 2010.

Da Belgrado sono attesi più di 4000 tifosi. Da alcuni giorni la polizia serba è in stretta collaborazione con il Ministero dell’Interno italiano. Domani la questura di Milano metterà in atto un massiccio dispiegamento di forze. Le strade saranno sorvegliate da diverse centinaia di uomini tra poliziotti, carabinieri, finanzieri, agenti della polizia locale e agenti serbi. I vari punti di accesso alla città saranno presidiati da agenti in borghese (Stazione Centrale, aeroporti di Linate e Malpensa, i caselli autostradali). E da questa mattina a Linate, Centrale, zona San Siro e lungo tutto il centro storico è vietata la vendita di alcolici. “La collaborazione del Governo serbo e della polizia serba è stata enorme, e prestata ai massimi livelli. Domani non tollereremo episodi di violenza”, ha spiegato il questore Salina.

La preoccupazione delle istituzioni italiane nasce da alcune indiscrezioni filtrate nelle ultime ore da alcuni organi di stampa serbi. Gli ultras del Partizan, infatti, avrebbero scelto Milano come teatro per un regolamento di conti tra fazioni opposte all’interno della stessa tifoseria bianconera, in lotta da un anno per la supremazia nella curva. Da non trascurare neanche il gemellaggio tra la curva sud del Milan e una delle due fazioni della tifoseria del Partizan. Gli ultras rossoneri, infatti, potrebbero inserirsi nella faida, rendendo la situazione ancora più tesa.

Questa mattina, però, sul fronte sicurezza è arrivata la prima buona notizia. 300 ultras del Partizan appartenenti alla fazione ‘Zabranjenì’, formatasi all’interno dei ‘Grobarì’, l’ala più dura della tifoseria bianconera, sono stati fermati a Belgrado prima che si mettessero in viaggio per Milano. La polizia serba li ha bloccati ieri notte, quando i dieci pullman sui quali erano pronti a salire avevano già i motori accesi.

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