Uno dei migliori acquisti della scorsa stagione interista, Ricardo Alvarez (classe ’88), è uno dei punti di riferimento per il progetto di rinnovo del presidente Moratti. Il trequartista argentino ha collezionato solo 21 presenze e tre reti con la maglia nerazzurra, in una stagione condizionata soprattutto da diversi infortuni.
Proprio in Argentina, dove il calciatore si trova in vacanza, si è prestato nel ruolo di ospite di eccezione per l’inaugurazione di un Nike Barbershop all’interno di un noto centro commerciale di Buenos Aires. In questa occasione, Alvarez ha approfittato dell’attenzione mediatica per parlare della sua stagione all’Inter, del suo futuro e della sua ex squadra, il Velez:
“A livello di squadra non è stata un’annata molto buona, però sul piano personale sono comunque soddisfatto. Ho giocato abbastanza, e ho fatto anche tre gol. Per cui non posso di certo lamentarmi. Mi sono anche infortunato al ginocchio, ma sono riuscito a recuperare in tempo e ho chiuso l’annata giocando. Senza dubbio, la stagione 2011-2012 non è stata la più gloriosa dell’Inter, per meglio dire è stata la prima senza titoli dopo sette anni di trionfi. I momenti più belli, comunque, sono legati alle vittorie nei derby“.
Quali giocatori hanno sorpreso Alvarez in Italia? “Direi Ibrahimovic, Pato… giocatori che fanno sempre la differenza”. Alvarez ha poi illustrato anche qualche dettaglio sulla sua vita milanese: “Vivo in centro, c’è sempre qualcuno che sta con me, tra gli amici o in famiglia”. Oltre, ovviamente, a stare frequentemente col gruppo argentino dell’Inter: “Mi piace andare a mangiare al ristorante di Zanetti, ha della carne davvero squisita, mi aiuta a sentire meno la nostalgia di Buenos Aires”.
Una chiosa finale sulla sua ex squadra, il Velez Sarsfield: “L’eliminazione col Santos è stata ingiusta. Il Velez ha giocato bene tutte e due le partite, con molta personalità, anche quando sono rimasti in dieci. E’ stato un peccato vederli uscire ai rigori. E come ha giocato bene Peruzzi”. Chiusura sulla nazionale: “Parlo sempre con la commissione tecnica. Mi chiamano, mi chiedono come sto. Ho visto la partita vinta per 4-3 col Brasile, e dire qualcosa su Messi può sembrare ripetitivo ormai: è il migliore al mondo, grazie a Dio è argentino“.
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