Simone Farina. È il giocatore del Gubbio da cui è nata la nuova inchiesta sul calcioscommesse che ha investito il nostro calcio. Il difensore, con un passato nelle giovanile della Roma, si è rifiutato di prendere parte alla combine per “direzionare” la gara di Coppa Italia fra la sua squadra e il Cesena, per cui gli erano stati offerti 200 mila euro (più del doppio del suo stipendio annuo).
Un gesto che ha colpito il commissario tecnico della Nazionale, Cesare Prandelli, che ha deciso di convocarlo per la prossima partita degli azzurri il 27 febbraio contro gli Stati Uniti.
Il tecnico ha detto:
“Mi è piaciuto quello che ha fatto Simone perché ha dimostrato un grande coraggio e una forza interiore straordinaria. Adesso sta a noi non abbandonarlo. Il calcio ha bisogno di esempi e anche l’Italia”.
Il presidente del Gubbio, Marco Fioriti ha sottolineato che il comportamento di Farina “è stato un normale, di una persona normale, che ha dei sani principi in testa”. Vero, ma è altrettanto vero, che le cose non sempre funzionano così, perché in molti ambienti di lavoro, e nel calcio nella fattispecie, c’è una corruzione dilagate e questi comportamenti vanno premiati per mostrare anche le facce pulite di questo sport.