Non esonerato, ma licenziato per giusta causa. È questo il motivo per cui Davide Ballardini non è più l’allenatore del Cagliari. A riportare la notizia è stata l’Unione Sarda, secondo cui il 12 marzo scorso (giorno dopo l’esonero) il presidente Massimo Cellino ha inviato una lettera di richiamo al mister romagnolo e ha proceduto a notificare, con decorrenza venerdì 16 marzo, la sollevazione dall’incarico per giusta causa all’Ufficio Territoriale del Lavoro di Cagliari. Sulle motivazioni che hanno spinto la società rossoblu c’è ancora il massimo riserbo. Tra esonero e licenziamento c’è una grossa differenza. Nel primo caso il tecnico continua a percepire regolarmente lo stipendio, nel secondo caso no. Ballardini avrebbe dovuto percepire (il condizionale è quantomai d’obbligo) 800 mila euro per la stagione in corso e un milioni di euro per la prossima.
Sull’argomento è intervenuto Renzo Ulivieri, presidente dell’Assoallenatori, che ha detto all’Adnkronos:
“A prescindere da quanto è accaduto a Cagliari, un presidente di qualsiasi squadra non puo’ mandare via il suo tecnico per motivazioni frivole o per cavolate, magari perché non vuole pagarlo. Un licenziamento per giusta causa può esserci solo in casi molto gravi”.