Almir Gegic è stato arrestato dopo essersi costituito ed ora vuota il sacco come molti puristi del calcio pulito si erano augurati. Tuttavia le prime dichiarazioni di uno dei boss del ‘Calcioscommesse’ lanciano segnali inquietanti, accusando soprattutto il bailamme mediatico costituitosi intorno alla vicenda.
“Carobbio ci ha detto che nello spogliatoio del Siena scommettevano quasi tutti. Una tv mi ha persino offerto 5 mila euro per un’intervista se parlavo anche di Conte. Come se le conoscessi. Ho rifiutato. Non ho nulla da dire su di lui: mai visto, mai sentito, mai provato a contattarlo, ma soprattutto non ho bisogno di soldi per parlare di quello che so“, è la dichiarazione dell’ex mediano del Vicenza che sta destando l’attenzione dei calciofili italiani. Una testimonianza che, se fosse provata, andrebbe a rinforzare la tesi adottata dai sostenitori del tecnico leccese della Juventus circa l’ambiguità del can can mediatico voluto intorno alla vicenda.
Gegic però non si è soffermato solo sulla situazione del tecnico juventino, ma ha fornito indicazioni anche sulla posizione di un altro degli indagati principali del filone ‘calcioscommesse’ di Cremona, Stefano Mauri, e circa l’esistenza di un ‘deus ex machina’ del malaffare nel calcio italiano. “Io e Hristiyan abbiamo incontrato un paio di volte un signore sulla sessantina, alto meno di 1,80, un po’ sovrappeso. Quasi pelato, ma senza capelli non perché si rade come me. Ce l’ha presentato Bellavista. Aveva più di 10 telefonini. Ci siamo visti all’hotel Tocqueville, quello nel centro di Milano dove vanno i calciatori. Non ricordo il nome, ma se vedo la sua foto lo riconosco di sicuro. Voleva venderci gare combinate di Serie A. Dove erano coinvolte squadre del Sud: Catania, Palermo, Lecce, Napoli, eccetera. Ci diceva: ‘Andate sul sicuro con me’. Ma voleva 600 mila euro per le informazioni. Ci siamo messi a ridere. Troppi“. E sul centrocampista della Lazio Mauri, Gegic conclude affermando “Non l’ho mai incontrato. Lo ha fatto Hristiyan? Può darsi, lo dirà al magistrato. Perché anche lui si consegnerà. Io giocavo in quel periodo nel Chiasso, dovevo allenarmi. Hristiyan aveva molti altri contatti, si muoveva anche senza di me”.
Ora non resta che attendere se il socio negli sporchi affari di Gegic, Hristiyan Ilievski, si costituirà effettivamente. A quel punto il puzzle delle indagini delle procure di Cremona e Bari potrebbe vedersi aggiungere tasselli fondamentali.